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Andamento economia cinese 2012

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 Considerato che la Cina può considerarsi una delle poche economie al mondo in grado di consolidare ritmi di crescita più che significativi nel corso di un triennio (quello in corso) di scarsissimo dinamismo su fronte internazionale, gli occhi degli osservatori sono frequentemente puntati su ciò che accade a Beijing e dintorni, nella speranza di poter captare qualche segnale utile per poter interpretare quanto – e in che modo – si svilupperà il prodotto interno lordo del gigante asiatico.

Ciò che sembra oramai consolidato nelle ultime settimane, è che la crescita economica cinese soffrirà della crisi mondiale. Una crisi che la colpisce non tanto direttamente (il mercato interno cinese sembra essere più che solido) quando in via indiretta, danneggiando le economie dei principali Paese importatori di beni e di servizi cinesi.

Pertanto, sembra oramai definitivamente tramontata la crescita del prodotto interno lordo in doppia cifra, che invece aveva contraddistinto larghi archi temporali recenti. È invece più probabile – come afferma Standard & Poor’s in una ricerca pubblicata pochi giorni fa – che la crescita economica cinese possa avvicinarsi a quota 8 punti percentuali, con progressioni che sembrano essere accettate anche all’interno dei confini del Paese asiatico, dove le previsioni più attendibili sullo sviluppo dell’economia cinese puntano proprio alla soglia dell’8%.

Per quanto riguarda l’inflazione, gli economisti internazionali attendono una corposa riduzione rispetto al dato 2011, con un trend che tuttavia solo a fatica sarà in grado di scendere sotto i 4 punti percentuali, target tra l’altro già stabilito dal governo per il 2011. Sul fronte dell’export, è presumibile poter rilevare un calo molto significativo, con un rallentamento già visto in formazione durante gli ultimi mesi, e in grado di potersi rinnovare anche durante il 2012.

Il punto interrogativo maggiore riguarderà infine i consumi interni: l’economia cinese può reggersi sulle sue sole gambe? Secondo quanto affermato da uno dei principali economisti locali, Fan Jianping, la risposta non è scontata: i consumi interni cinesi non sarebbero infatti sufficienti per poter permettere a Beiing di compiere quel salto di qualità necessario ad un’economia pienamente matura.

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