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La Cina ritiene lo yuan in equilibrio

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 Il vicegovernatore della banca centrale cinese, Yi Gang, ha affermato di trovarsi a proprio agio con l’attuale tasso di cambio dello yuan: allo stesso tempo, il dirigente dell’istituto di credito dell’ex Impero Celeste ha messo una certa pressione sul G20, affinché si possa migliorare la collaborazione per evitare le cosiddette guerre valutarie. Secondo Yi, il tasso della valuta asiatica ha raggiunto ultimamente degli importanti livelli di equilibrio, nonostante ci sia bisogno di una migliore comunicazione e coordinamento globali per quel che concerne il mercato Forex.

Le critiche nei confronti della seconda economia internazionale hanno cominciato a divenire roventi negli ultimi mesi. In particolare, lo scorso 14 gennaio Lawrence Summers, ex economista di riferimento del presidente americano Barack Obama, aveva sottolineato come lo yuan non fosse più sottovalutato come poteva invece avvenire cinque anni fa. In effetti, la divisa in questione ha fatto registrare un apprezzamento pari a diciassette punti percentuali rispetto al dollaro dalla fine del 2007. Secondo il vicegovernatore, invece, l’attuale deficit del paese è destinato a restringersi, il che vuol dire che l’accumulo di riserve estere potrebbe rallentare in maniera decisa. Queste stesse riserve, le più grandi al mondo per la precisione, sono cresciute molto poco nel corso del 2012, addirittura ai livelli minimi da nove anni a questa parte, dunque bisogna ben riflettere sulla politica monetaria del vasto paese asiatico.

La crescita futura dovrebbe essere comunque sostenuta in primis dalla domanda interna, visto che i redditi dei cittadini continuano ad aumentare. L’economia in questione sta tentando di cambiare la propria impostazione classica, senza dipendere eccessivamente, come è accaduto finora, dalle esportazioni e dagli investimenti finanziari a una incentrata sui consumi: allo stesso tempo, Pechino punta con decisione a raggiungere una crescita sostenibile e superiore ai dieci punti percentuali nei prossimi due lustri. Tra l’altro, bisogna ricordare che le stime di Yi sono sostanzialmente in linea con le proiezioni dell’istituto nazionale di statistica.