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Cominciano oggi le aste valutarie dell’Egitto

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 La banca centrale dell’Egitto comincerà proprio oggi le aste valutarie in modo da preservare le proprie riserve, dopo che queste ultime sono scese ai livelli minimi e più critici di sempre: secondo l’istituto di credito centrale della nazione africana, le vendite e gli acquisti di dollari americani avranno luogo con cadenza periodica, al fine di razionalizzare l’utilizzo di divise straniere. Tra l’altro, è proprio notizia di ieri che l’Egitto vuole ridurre le vendite di bond governativi. Il nuovo meccanismo a cui si sta facendo riferimento dovrebbe sostenere in modo adeguato il mercato interbancario in cui si scambia appunto moneta verde.

Le riserve nette internazionali del paese sono calate di ben sessanta punti percentuali negli ultimi due anni. I livelli vanno subito modificati, altrimenti il governo del Cairo non sarà più in grado di ripagare il proprio debito esterno e nemmeno di importare materie prime strategiche. La sterlina egiziana, soggetta a una fluttuazione manovrata, si è indebolita dell’1,2% nel corso di quest’ultimo mese di dicembre; in particolare, l’incertezza politica sta influenzando il settore valutario, ma non bisogna nemmeno dimenticare che l’agenzia americana Standard & Poor’s ha ridotto il rating egiziano al livello “spazzatura” (junk), lo stesso della Grecia e del Pakistan per intenderci.

Si tratta, inoltre, del secondo maggior deprezzamento per quel che concerne il Medio Oriente e l’Africa settentrionale, con la valuta locale che si è attestata a quota 6,1858 rispetto al dollaro, il livello più basso degli ultimi otto anni. Le sfide economiche che l’Egitto dovrà affrontare sono alquanto ambiziose, anche perché due settori tipici e tradizionali come l’industria e il turismo stanno soffrendo enormemente. La stessa banca centrale ha invitato i cittadini a razionalizzare il loro utilizzo di moneta estera e di sostenere come meglio possono le industrie nazionali: intanto, però, la sterlina ha perso oltre sette punti percentuali nei confronti del dollaro quest’anno, nel 2013 bisognerà invertire la tendenza.