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Crisi euro: la lezione di Lagarde (FMI)

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 Il mercato dei cambi, torna ad occuparsi del caso greco … Ultimo episodio della tragedia (ormai quasi una sorta di “feuilleton”), i negoziati sulla soppressione di un parte del debito greco sono continuati nei giorni scorsi ad Atene tra il governo e i rappresentanti dei creditori privati e il capo della lobby bancaria globale (IIF) Charles Dallara. Nel frattempo, l’euro ha continuato a crescere rispetto al dollaro, assestandosi, lo scorso Lunedì, sopra 1,30 dollari in un mercato piuttosto ottimista, contro 1,2933 dollari di Venerdì.

Si noti che due altre attrici dell’attuale “soap finanziaria” si sono trovate nuovamente sotto i riflettori: da una parte Angela Merkel, il cancelliere tedesco che rifiuta di aumentare la partecipazione tedesca al MES (il meccanismo europeo di stabilità), cosa che non è sfuggito ad alcuno … E dall’altra Christine Lagarde che, da Berlino,  ha scelto di presentare la sua visione per superare la crisi dell’euro nel 2012. Il direttore esecutivo dell’FMI ha invitato gli Stati della zona euro ad adottare un firewall più vasto contro la crisi … senza convincere però Frau Merkel.

I prezzi del petrolio sono rimasti sotto i 100 dollari al barile, dove erano rimasti Venerdì, in quanto gli investitori restano preoccupati per il calo della domanda di greggio e per i colloqui in corso sul debito greco. I dati forniti dall’American Petroleum Institute hanno dimostrato che la domanda di benzina negli Stati Uniti è sceso al livello più basso da dieci anni, a causa di un inverno mite e di una economia letargica.

Queste cifre hanno esercitato una pressione al ribasso sui prezzi del petrolio Venerdì. Inoltre, gli investitori hanno focalizzato la loro attenzione sulle discussioni relative al debito sovrano tra la Grecia ed i suoi creditori privati. I mercati avevano sperato che un accordo potesse prendere concretamente forma. La Grecia, che deve rimborsare 14400000000 di euro entro il 20 marzo se vuole evitare il fallimento, ha bisogno di 130 miliardi di nuovi prestiti promessi nel mese di ottobre dai suoi partner.

Per il numero uno del Fondo monetario internazionale, “la mancanza di volontà collettiva”, le “false partenze e le mezze misure” spiegano in gran parte perché il 2011 è stato un annus horribilis. Accogliendo le decisioni prese dai governi della zona euro per rafforzare la disciplina fiscale e le misure attuate dalla Banca centrale europea (BCE) per fornire liquidità a lungo termine alle banche, Christine Lagarde ha precisato che tali disposizioni hanno semplicemente rappresentato alcuni “ingredienti” di una soluzione globale. Il direttore dell’FMI ha inoltre messo in luce il rischio che l’aumento degli oneri finanziari in Italia e in Spagna possa innescare una crisi di liquidità, con conseguenze disastrose.

“Un aumento sostanziale delle risorse reali attualmente disponibili, dall’ EFSF al MES, aumentando le dimensioni di quest’ultimo e definendo un calendario chiaro e credibile per la sua attuazione, sarebbe di grande aiuto”, ha aggiunto riferendosi al Fondo europeo per la stabilità finanziaria, creato nel 2010, e al meccanismo di stabilità europeo destinato a succedergli quest’anno. A proposito del MES, Christine Lagarde ha dichiarato che i suoi mezzi, per ora previsti a 500 miliardi di euro, dovrebbero essere aumentaio, anche se non necessariamente raddoppiati.

Mettendo in guardia contro una crisi che “rischia di inghiottire il mondo”, il direttore dell’ FMI ha inoltre dichiarato che l’area dell’euro dovrebbe dotarsi di “obbligazioni comuni”, i famosi Eurobond, lo strumento di mutualizzazione del debito cui la Germania di oppone, che “contribuirebbero a convincere i mercati della vitalità futura dell’Unione economica e monetaria”.

Ricordando che il FMI sta per “rivedere al ribasso le cifre di crescita per la maggior parte delle regioni del mondo”, Christine Lagarde ha accusato i governi europei, ma anche per l’amministrazione americana, di aver “lasciato che una vecchia ferita s’infettasse”. Ha anche confermato che il FMI prevede di mobilitare “fino a 500 miliardi di dollari in risorse aggiuntive”.
Drammatizzando la questione, Lagarde ha avvertito che senza una vigorosa reazione dei leader mondiali, “rischiamo di ricadere in un episodio degno degli anni ’30”.

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