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Dati disoccupazione 2012 – definitivi Istat

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 L’Istat ha finalmente pubblicato gli ultimi dati relativi alla disoccupazione 2012. Lo scorso anno è stato un periodo estremamente negativo per il mercato del lavoro nazionale, con un tasso di disoccupazione che è rapidamente balzato al 10,7 per cento rispetto all’8,4 per cento del 2011. Un dato che conduce il tasso ai livelli più elevati dal 1993, inizio delle serie storiche annuali, e in grado di oltre passare picchi di estrema drammaticità in alcune aree della Penisola, come il Mezzogiorno, dove il tasso è pari al 17,2%.

“Per quanto riguarda l’occupazione” – completava invece l’analisi il quotidiano Milano Finanza – “il tasso si è attestato al 56,8%, due decimi di punto al di sotto del 2011 e ai minimi dal 2000. A livello territoriale, la riduzione dell’indicatore riguarda tutte le ripartizioni ed esclusivamente la componente maschile. Il calo dell’occupazione interessa i dipendenti a tempo indeterminato (-99.000 unità, -0,7%) e gli indipendenti (-42.000 unità, -0,7%), mentre aumentano i dipendenti a termine (72.000 unità, +3,1%)”.

Ad ogni modo, a preoccupare è anche l’emersione di una maggiore precarietà nei contratti diffusi sul nostro territorio, visto e considerato che al calo dell’occupazione a tempo pieno (- 2,2 per cento) ha fatto seguito un nuovo aumento di quella a tempo parziale (+ 10%). “L’incidenza di quanti svolgono part time involontario sale dal 53,3% del 2011 al 57,4% del 2012” – aggiunge MF – “Nel 2012 il numero dei precari ha toccato i massimi, a 2,8 milioni di unità, con circa 2,37 milioni di contratti a termine (1,7 milioni a tempo pieno, 675 mila part-time) e 433 mila collaboratori” (vedi anche Dati disoccupazione dicembre 2012).

Infine, si sottolinea come il tasso di disoccupazione giovanile sia oramai cresciuto al 35,3 per cento, apprezzandosi di oltre 6 punti percentuali. Le giovani donne del Mezzogiorno portano invece in dote un tasso di disoccupazione che sfiora il 50 per cento (vedi anche Disoccupazione Spagna record a gennaio).

Vedremo, nel corso dei prossimi mesi, quali saranno le possibilità di evoluzione dei dati.