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Dollaro australiano in calo (e la colpa è sempre della crisi)

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 Ultime giornate non troppo positive per le valute oceaniche. Il dollaro australiano e quello neozelandese hanno infatti perso un po’ di terreno nei confronti dello yen giapponese di alcune altre valute di riferimento internazionale, a causa della crisi internazionale e dei suoi effetti nocivi sulla crescita economica, che dovrebbe penalizzare nel breve e medio periodo la domanda per asset high-yield.

In particolare, il dollaro neozelandese è decresciuto contro la maggior parte delle proprie controparti valutarie in seguito alla contrazione dei prezzi di alcune materie prime, e al contemporaneo incremento dei costi alla produzione. Simile sorte per il dollaro australiano, che è influenzato negativamente dagli indicatori economici che denotano un deterioramento dell’economia internazionale, e di cui dovrebbe risentirne in maniera diretta sul proprio corso.

Rimane ora da chiarire quale possa essere il percorso a breve termine del dollaro australiano, che nel corso del mese di luglio perse il 2,5% del proprio valore nei confronti del paniere delle prime dieci valute del mondo. Male anche il dollaro neozelandese, che contro lo stesso paniere di riferimento ha perso il 2,1%, denotando evidenti difficoltà di mantenimento della propria forza in questa parte dell’anno.

L’obiettivo è pertanto cercare di comprendere cosa farà la Banca Centrale Australiana nella gestione della propria politica monetaria e, in particolar modo, della leva dei tassi di interesse ufficiali di riferimento, spesso agitata nel corso degli ultimi tempi quale azione più incisiva a controllo degli scambi. Le prossime mosse potrebbero tuttavia essere meno rapide. Continueremo ad aggiornarvi in merito.

Vi ricordiamo infine che tutti i pareri che compaiono su queste pagine sono opinioni dei singoli autori, e non possono essere ritenuti degli inviti o delle sollecitazioni o delle consulenze ad investire sui mercati valutari secondo gli orientamenti evidenziati negli stessi articoli.

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