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Dollaro debole, banche centrali senza trucchi

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 I mercati già scontano nuovo allentamento quantitativo da parte della Federal reserve. I Treasuries stanno apprezzando questo scenario: anche se non è ancora nota l’entità dell’intervento della banca centrale americana, gli analisti mettono in conto 300-350 miliardi di dollari. Intanto il Fmi avverte, dopo il ministero delle Finanze Brasiliano, che è in atto una guerra dei cambi che potrebbe mettere a rischio la crescita, come ha fatto notare il direttore Dominique Strauss-Kahn. Mentre la banca centrale giapponese (BoJ) azzera i tassi e stampa yen, il dollaro continua la sua inesorabile discesa. Facile pensare che sia per un timore inflazionistico nel prossimo futuro, anche se quest’eventualità non si è verificata negli anni passati nonostante i 1.500 miliardi di dollari immessi nell’economia americana, che anzi sta scivolando in deflazione. Le autorità economiche più che preoccuparsi delle mosse delle banche centrali – che ormai hanno perso completamente coordinazione – dovrebbero guardare all’indebolimento del dollaro, la principale valuta di riferimento per gli scambi internazionali che sta realmente perdendo la propria egemonia. Un ulteriore flessione del greenback infatti non sarebbe più sostenibile: i banchieri hanno usato tutti i “trucchi” che avevano a disposizione.