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Draghi invita a migliorare l’economia reale

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 “”Il 2013 è iniziato con un quadro più stabile rispetto agli ultimi anni grazie alle riforme dei governi ma servono sforzi più importanti perchè la Ue possa emergere dalla crisi e ricreare fiducia e crescita”. Ad affermarlo, il presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, che nel suo recente intervento presso il Parlamento europeo ha spiegato perché il consolidamento non si deve interrompere proprio in questo momento, prolungando invece l’attenzione, ma rendendo più “lievi” gli effetti.

“I rischi sulle prospettive economiche dell’area euro continuano ad essere al ribasso” – ha infatti ricordato Draghi, aggiungendo come la fiducia stia tornando a tornare e possa in tal modo pregiudicare le possibilità di una pronta ripresa nel breve termine (vedi anche Ripresa dal secondo semestre 2013 – Draghi).

Nonostante i segnali di stabilizzazione, inoltre, per il presidente BCE “non c’e’ ancora un miglioramento dell’economia reale”. Di qui, la necessità di proseguire lungo la giusta strada: “Il consolidamento é necessario, sappiamo che ha effetti sulla contrazione economica a breve termine ma non si deve abolire o attenuarlo ma si possono mitigarne gli effetti, ad esempio costruendo un consolidamento basato meno sull’aumento delle tasse, che nella zona euro sono gia’ molto alte” – ha poi spiegato Draghi, invitando a ristabilire il flusso del credito.

In proposito, Draghi ha ricordato come “il sistema bancario italiano si e’ dimostrato solido alla crisi, non ha avuto bisogno di ricapitalizzazioni pubbliche come altri Paesi” ma come oggi, tuttavia, “soffre dell’esposizione alla prolungata recessione, e’ li’ che le sofferenze aumentano e mostra la sua fragilità”. E mentre Draghi mette in guardia l’Europa dalle insidie sulla via della ripresa – aggiungeva un comunicato Ansa a commento delle dichiarazioni – “da Berlino la Bundesbank annuncia che la crescita in Germania tornera’ prima del previsto, cioe’ gia’ nel primo trimestre del 2013, dopo la contrazione (-0,6%) degli ultimi tre mesi del 2012. Ma da’ anche un nuovo esempio di rigore e chiude all’idea di alzare gli stipendi dei tedeschi: e’ la risposta sbagliata per uscire dalla crisi, sostiene la Bundesbank, secondo cui gli aumenti ridurrebbero le risorse a disposizione degli investimenti, finendo coll’influire negativamente sull’occupazione”  (vedi anche Riduzione spesa pubblica: l’invito di Draghi).