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Euro, trimestre da dimenticare

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 Quello conclusosi da poco tempo è un trimestre certamente da dimenticare per la valuta unica europea, che può vantare il peggior periodo contro il dollaro e contro lo yen da oltre un anno a questa parte, sulla scia delle continue delusioni su una crisi che non sembra poter alleviare i propri effetti negativi sui membri dell’Eurozona, e sul timore di un possibile default della Grecia, eventualmente allargato ad altre nazioni mediterranee.

Come conseguenza di quanto sopra, l’euro ha ceduto evidente terreno nei confronti della valuta verde. Lo stesso si può dire nei confronti dello yen, che ha a sua volta guadagnato terreno contro le 16 principali controparti internazionali sul fronte valutario, grazie al proprio ruolo di “valuta rifugio” che sembra esser stato riconquistato in maniera consolidata durante l’estate che si è conclusa.

Discorso un po’ più complesso per il franco svizzero, altra valuta rifugio per eccellenza, il cui corso è stato condizionato dalla volontà, della Swiss National Bank, di fissare un cambio minimo contro l’euro, al fine di evitare eccessivi timori su un andamento incontrollato dei prezzi all’interno dei confini elvetici.

Alla luce di quanto sopra, l’euro è passato da 1,4502 dollari del 30 giugno a 1,3387 dollari della fine di settembre, e dai 116,84 yen di fine giugno ai 103,12 yen di fine settembre, indebolendosi pertanto di oltre 11 punti percentuali. Il 26 settembre l’euro toccò altresì quota 101,94 yen, per il livello più debole dal giugno del 2001 ad oggi. Il dollaro ha invece perso 4,3 punti percentuali in tre mesi contro lo yen, passando dagli 80,56 yen dello scorso trimestre agli attuali 77,06 yen.

Vi ricordiamo infine che tutti i pareri che compaiono su queste pagine sono opinioni dei singoli autori, e non possono essere ritenuti degli inviti o delle sollecitazioni o delle consulenze ad investire sui mercati valutari secondo gli orientamenti evidenziati negli stessi articoli.