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Europa, più potere a Bruxelles

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 “Non può esserci Unione monetaria senza che ci sia unione economica”, ha detto il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso. L’esecutivo dei ventisette paesi ha presentato il piano di riforma delle regole di Maastricht, un piano atteso dalla mattinata di oggi e un passo indispensabile dopo l’approvazione del cuscinetto d’oro da 750 miliardi di euro per i paesi dell’Unione. La parola d’ordine sarà coordinamento: i governi dei Paesi membri dovranno rendere “coerenti” i bilanci nazionali “alla dimensione europea”, tutto nell’ottica della creazione di una comunità fiscale dell’Unione che si traduce in un ampio trasferimento di poteri dagli stati (sempre meno sovrani) a Bruxelles. I cardini sui quali si articola la strategia messa a punto dalla Commissione guidata da Barroso sono: coerenza dei conti pubblici con il Patto di stabilità (che prevede anche la soglia del 3% del rapporto deficit/Pil) e un maggior coordinamento delle politiche fiscali, tanto che i governi sono tenuti a incontri periodici per concordare gli obiettivi per la crescita. Aumenterà anche la sorveglianza economica per prevenire e correggere gli squilibri macroeconomici e di competitività, al di là delle crisi di sistema. Il commissario europeo agli Affari economici e monetari Olli Rehn, seduto accanto a Barroso, ha poi aggiunto: “Non abbiamo nessuna intenzione di entrare nei processi burocratici e nei dettagli dei bilanci nazionali, vogliamo solo esaminarne le grandi linee generali affinché siano coerenti con gli obiettivi europei e per accertarci – ha concluso – che gli Stati membri rispettino le regole che loro stessi hanno concordato”.

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