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Forex Insider, l’analisi della settimana

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 Il capo dell’organo di controllo delle banche cinesi Liu Mingkang sembra d’accordo con l’economista Nouriel Roubini: la svalutazione del dollaro sta portando all’esplosione di una nuova bolla finanziaria. La Cina ha ammonito gli Stati Uniti per non aver fatto nulla per arginare il fenomeno. (La preoccupazione di Pechino è soprattutto per i miliardi di dollari nelle casse di stato; non è puro altruismo.) Washington non ha passato liscia nemmeno la decisione di aumentare i dazi sugli pneumatici, incassando l’accusa di protezionismo.
Infine, chi si apettava una scelta sulla valutazione dello yuan ha dovuto ricredersi. La svolta è lontana. Difficile cambiare un sistema che funziona, almeno per l’asse G2 Cina-Usa, che di fatto penalizza l’Europa ma risolleva l’export delle due superpotenze.

Diamo uno sguardo ai dati macro. Nel primo pomeriggio si attende dagli Stati Uniti l’indice Empire manufacturing di novembre, in seguito, alle 16.00, sapremo l’ammontare delle scorte di magazzino. A mezzogiorno, invece, prenderà parola Ben Bernanke presidente della Federal reserve, a due settimane dalla decisione del Fomc di lasciare i tassi invariati.
Martedì l’inflazione della Gran Bretagna, a meno di 7 giorni dal report della Bank of England sullo stato dell’economia, descritto da un disincantato Mervyn King. Da seguire il Redbook, il rapporto sulla finanza pubblica Usa, e l’indice Nahb sul mercato immobiliare di novembre. A metà settimana appuntamento importante con il Pil spagnolo, atteso in calo dello 0,3% su base trimestrale e del 4% su base annua. Giovedì il Giappone apre le danze con il superindice di settembre, segue l’Italia con il commercio estero di settembre per chiudere con le richieste di sussidi in Usa. Sempre nella giornata di giovedì da segnalare la diffusione del report dell’Ocse.