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G8, attese e pretese: cosa resta dell’arrosto. Lontana la riforma dei mercati, neanche Berlusconi ci crede più

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 Quello dell’Aquila si presenta come il G8 dei record. Pallottoliere alla mano il 35esimo Summit dei paesi industrializzati non lascia dubbi: 99 Stati, 11 organizzazioni, 40 delegazioni e 4mila operatori dell’informazione accreditati. Una macchina imponente arrugginita già prima di iniziare. Forse è  ancora presto per criticare ma il rischio che i rappresentanti di Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Giappone, Inghilterra e Italia forniscano solo indicazioni d’indirizzo sui temi in agenda (crisi economica e nuove regole globali, questione iraniana, ambiente e Africa) senza fare nulla di concreto è elevatissimo, da allarme rosso.
La cancelliera Angela Merkel aveva già avanzato dubbi sull’efficacia della formazione a 8, una formula “già superata” che poco può fare in confronto al G20, di ben altri respiro perché allargato ai paesi emergenti: i veri motori dell’exit strategy. Non è un mistero che le aspettative più concrete siano tutte per il vertice di Pittsburg, in scena a settembre, mentre si ricorrono le voci di un pre-incontro svedese alle porte d’autunno. Tutto farebbe il gioco degli americani che vedono nell’incontro in Pennsylvania un’opportunità concreta per risolvere i nodi posti durante il vertice italiano, considerato una tappa di passaggio. Anche lo stesso presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, alla terza presidenza del Summit, ha fatto marcia indietro sulla riforma dei mercati finanziari: un tema “non semplice” per il quale “occorreranno altri incontri” in futuro ha detto alle agenzie stampa. Un futuro sempre più lontano a quanto pare.
Unico colpo di scena potrebbe arrivare dalla svolta sul dollaro in sede di G14 (composizione inedita) dove Cina, India e Brasile saranno affiancati da un partner d’eccezione come la Russia. I quattro del Bric potrebbero stringere all’angolo gli Stati Uniti per discutere del nuovo assetto valutario. Nulla è deciso, sarà un braccio di ferro destinato a trascinarsi per diverso tempo. Per il momento però nessun attore ha deciso di mollare la presa e lo testimoniano le dichiarazioni a pioggia del presidente Medvedev che non perde occasione di rimarcare la sua posizione durante apparizioni pubbliche.