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Italia nel mirino della Bundesbank

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 Se il nome di Jens Weidmann non vi ricorda nulla, è probabile che d’ora in poi potrà costituire una figura di maggior riferimento per i pensieri italiani. Poichè Weidmann è il presidente della Bundesbank, la banca centrale tedesca, e perchè – soprattutto – negli ultimi giorni ha parlato in maniera molto critica dello Stivale, ponendo l’Italia in una sorta di pre-allarme politico, economico e sociale.

Weidmann ha infatti affermato che se l’Italia smettera’ di proseguire sulla via delle riforme, dovra’ trarne le conseguenze sul piano economico, senza sperare in aiuti della Bce. Insomma, in altri termini il numero 1 della Bundesbank ha invitato cortesemente l’Italia a chiarire la propria posizione governativa e, soprattutto, a indurre il nuovo esercutivo a proseguire lungo quella (sacrificante) strada delle riforme che potrebbe consentirle, in caso di aiuto, di far ricorso al salvagente Bce (comunque non dissimile la posizione di Draghi, che invitava a intervenire sull’economia reale).

Non solo. Secondo Weidmann “se in Italia protagonisti importanti della politica discutono di una marcia indietro sulle riforme o addirittura sull’uscita dell’Italia dall’euro e come conseguenza aumenta lo spread dei titoli italiani, allora cio’ non puo’ e non deve essere un motivo per interventi della banca centrale”.

Il presidente della Bundesbank ha poi sottolineato come ogni Paese sia responsabile delle sue azioni e che per tale motivo “una completa garanzia o un finanziamento della banca centrale sono per questo motivo escluse in base ai trattati”.

Come se quanto sopra non fosse già sufficiente, Weidmann ha poi lanciato un avvertimento molto chiaro, evidenziando come “i cittadini ed il governo decidono sulla linea della politica nazionale e devono sopportarne le conseguenze”. Purtroppo per l’Italia, il pensiero di Weidmann sembra essere tutt’altro che isolato al di fuori dei confini della Penisola, andando così ad acuire l’impressione che – dopo tanti sforzi compiuti negli ultimi trimestri – l’immagine del Paese si stia nuovamente deteriorando. E potrebbe non esser più così “semplice” correggere il tiro.