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Marcia indietro sulla necessità di indebolire il peso cileno

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 La banca centrale del Cile sembra molto meno convinta rispetto agli ultimi tempi dalla necessità di indebolire la valuta ufficiale del paese, il peso (vedi anche La banca centrale cilena vuole indebolire il peso). Come si spiega un simile cambiamento di rotta? Entrando maggiormente nello specifico, le nuove intenzioni dell’istituto sudamericano sono state estrapolate dal report di politica monetaria reso pubblico ieri. Il tasso di cambio reale, una misura monetaria che tiene conto dell’andamento dell’inflazione per calcolare la forza di una valuta rispetto ai partner commerciali, viene considerato consistente e in linea con i fondamentali economici.

Proprio questo motivo, la banca centrale del paese latino-americano ha provveduto a rivedere al rialzo le previsioni relative al 2013. Come hanno spiegato diversi economisti cileni, queste ultime stime dovrebbero essere anche quelle definitive e a cui fare riferimento. L’istituto di credito centrale ha fatto sapere le sue convinzioni in merito alle performance di lungo termine, di conseguenza il report di cui si sta parlando può essere equiparato a un chiaro segnale di non intervento.

Tra l’altro, c’è anche da rimarcare il fatto che la volatilità che ha a che fare con il peso cileno ha fatto registrare i suoi valori più bassi degli ultimi quindici anni, visto che gli avvertimenti del possibile indebolimento hanno evitato che la divisa si apprezzasse oltre i 470 pesos nel cambio con il dollaro americano. Gli scambi di ieri presso la Borsa di Santiago del Cile hanno messo in luce un calo della valuta in questione pari a 0,1 punti percentuali, con il rally di quest’anno che è ora attestato attorno all’1,4%. È dal 15 marzo scorso che questa valuta viene scambiata contro la moneta verde in un range compreso tra 471 e 474 pesos, una situazione che sembra destinata a durare ancora a lungo. Non è comunque escluso che il Banco Central riveda i propri convincimenti nel corso dei prossimi mesi.