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Nokia brucia altri 4000 posti di lavoro

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 Il doloroso piano di ristrutturazione di Nokia continua con l’annuncio della delocalizzazione delle attività di assemblaggio verso l’Asia. Gli stabilimenti di Ungheria (Komarom), Messico (Reynosa) e Finlandia (Salo) del gruppo finlandese ne pagheranno il prezzo. Nonostante alcune attività verranno mantenute, 4.000 posti di lavoro, complessivamente, saranno eliminati. Di questi, 2.300 in Ungheria, un migliaio in Finlandia e il resto in Messico, secondo quanto ha reso noto la società in un comunicato. I tre stabilimenti si concentreranno sulla progettazione di software e utility per la personalizzazione di smartphone.

Per fermare l’emorragia, Nokia ha deciso di spostare la sua produzione in Asia, mercato in forte espansione, cosa che dovrebbe consentirle di ridurre i tempi di consegna e di posizionamento sui mercati delle materie prime. Questa modifica “riguarda la velocità e la reattività, e in ultima analisi la nostra competitività”, ha dichiarato James Etheridge, portavoce di Nokia.

Salgono a più di 30.000 i tagli di personale previsti sotto l’egida di Stephen Elop, CEO di Nokia dal settembre 2010. Nokia ha precisato che le fabbriche dei tre paesi sono state oggetto di un riesame dopo l’annuncio, nel mese di settembre, della chiusura dello stabilimento in Romania.
Lo stabilimento finlandese di Salo, pietra angolare del successo di Nokia negli anni ’90, era l’ultimo impianto di assemblaggio dei telefoni cellulari presente in Europa Occidentale, dopo che la maggior parte degli “attori” del settore aveva scelto di trasferire la produzione in Asia.
“Era inevitabile”, ha affermato Steve Brazier, CEO di Canalys, una società di ricerca nella tecnologia. “Che lo si ami o che lo si detesti, bisogna riconoscere che Stephen Elop ha guidato il cambiamento  in modo efficace”.Alla fine di gennaio, Nokia ha registrato un calo del 73% delle entrate per il quarto trimestre. Le vendite dei suoi nuovi smartphone, dotati del sistema operativo Windows non sono riuscite né a intaccare il dominio dell’iPhone di Apple né a compensare l’erosione delle vendite dei suoi precedenti modelli di smartphone. Le vendite di smartphone Nokia sono scese del 31% rispetto allo scorso anno.

Nel quadro di un ampio piano di ristrutturazione annunciato alla fine di settembre, Nokia, leader della telefonia cellulare, aveva previsto drastici tagli di personale e operazione di otsourcing. Il gruppo aveva annunciato ad aprile 2011 l’intenzione di eliminare 7.000 posti di lavoro prima di rivelare, nel settembre dello stesso anno, l’ulteriore taglio di 3.500 posti di lavoro. La sua joint venture, Nokia Siemens, aveva dal canto suo annunciato in novembre la soppressione di 17.000 posti di lavoro, ovvero di quasi un quarto della sua forza lavoro. Il gruppo aveva 130.000 dipendenti alla fine del 2011, inclusi quelli di Nokia Siemens.

Nokia, che ha accusato un pesante ritardo nella redditizia nicchia degli smartphone, di fronte alla concorrenza più aggressiva da parte di iPhone e dei dispositivi  con il sistema Android di Google, da alcuni mesi sta cercando di reagire. Il colosso finlandese ha firmato con Microsoft l’anno scorso un accordo per una nuova piattaforma e ha lanciato in ottobre i primi dispositivi con il nuovo sistema operativo, i Lumia 800 e 710. Ne sono stati venduti “più di un milione” in Europa, Hong Kong, India, Russia, Singapore, Corea del Sud e Taiwan, mentre nelle altre parti del mondo non è stato ottenuto lo stesso successo.

Si tratta di un buon prodotto, ma, in questo momento, essere “mediocri” non basta. Gli stessi finlandesi sembrano preferire l’iPhone di Apple, secondo quanto è emerso da uno studio pubblicato la scorsa settimana dall’università finlandese Abo. Nokia, numero uno della telefonia mondiale, sta combattendo (con Microsoft) per mantenere questa posizione, e far fronte all’attacco congiunto di Balckberry, del gruppo canadese RIM, iPhone, della Mela di Cupertino, e dei cellulari che utilizzano la piattaforma Android, come Samsung. Microsoft e Nokia, leader nei rispettivi campi, entrano nel mercato degli smartphone come outsider, e stanno cercando di convincere – prova particolarmente difficile – che, questa volta, sono i migliori.

Durante l’ultimo trimestre dello scorso anno, Nokia ha venduto circa 19,6 milioni di smartphone, in calo del 31% rispetto allo stesso periodo del 2010, molto indietro e decisamente lontano dai numeri di Apple, che ha venduto nello stesso periodo circa 37 milioni e di Samsung, che ha venduto  36,5 milioni di unità. Nokia è andato in rosso nel 2011, con una perdita di 1,2 miliardi di euro.

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