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La pericolosa situazione valutaria dello Zimbabwe

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 Lo Zimbabwe è una nazione tutta particolare per quel che riguarda la politica monetaria: in effetti, l’ex Rhodesia non vanta alcun tipo di valuta ufficiale, ma si affida a quello che è chiamato “dollaro dello Zimbabwe”, attualmente in caduta libera. Questo vuol dire che la divisa in questione risulta essere del tutto inutile per qualsiasi tipo di funzione di base, in particolare per il cambio, per le unità di conto e per l’immagazzinamento del valore. Il dollaro in questione ha smesso di essere uno strumento da utilizzare nel momento in cui i cittadini hanno perso tutti i risparmi di una vita a causa di una iperinflazione che si è fatta sentire nella maniera peggiore possibile, tanto da finire fuori controllo.

Come risposta immediata, il governo di Harare ha deciso di adottare il dollaro americano e il rand sudafricano come monete ufficiali. Il problema è pertanto evidente, vale a dire come può il paese africano continuare a far funzionare la propria economia, già piuttosto dissestata peraltro, se può soltanto affidarsi a un sistema multi-valutario? In effetti, una struttura monetaria di tale tipo è senza dubbio pericolosa, dato che l’economia locale rischia di essere influenzata dalle politiche dell’altro paese, specialmente per quel che concerne il tasso di cambio.

La moneta verde è la principale unità di conto a livello internazionale, ma il rand è spesso soggetto a fluttuazioni. Il breve termine sembra scongiurare scenari troppo catastrofici, ma per il lungo termine il discorso cambia. Si parlava in precedenza dei rischi connessi al Sudafrica, ma non si tratta forse di uno dei mercati emergenti più promettenti? La nazione deve far fronte a una miriade di pressioni sociali ed economiche, le cui circostanze finali non sono ancora note. Rimane il fatto che una situazione del genere non è sostenibile a lungo, tanto più che i rapporti bilaterali tra Stati Uniti e Zimbabwe sono ridotti al minimo.