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Previsioni macroeconomiche disoccupazione eurozona

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 Il difficilissimo momento  dell’eurozona rischia di trascinare in picchiata le condizioni di sostenibilità del mercato del lavoro. Stando alle ultime previsioni compiute dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, contenute nel report “Prospettive globali dell’occupazione: cupe prospettive per i giovani sul mercato del lavoro”, la situazione sarebbe particolarmente preoccupante per le economie maggiormente colpite dalla crisi, come Grecia e Spagna, e si starebbe lentamente espandendo anche ad economie fino ad ora limitatamente interessante dalle difficoltà più gravi.

In particolar modo, stando a quanto affermato dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, in Grecia e in Spagna la disoccupazione starebbe colpendo oltre il 50 per cento dei giovani, mentre nei Paesi più industrializzati la disoccupazione giovanile calerà dal 17,5 per cento attuale al futuro 15,6 per cento del 2017. Il calo della disoccupazione, in queste economie più fortunate, non sarà tuttavia provocato dal miglioramento delle possibilità sul mercato del lavoro, quanto al nuovo trend, sempre più diffuso, legato all’emersione di una sfiducia generale tra i più giovani, che rinunciano a cercare un lavoro, non rientrando più nelle statistiche ufficiali sulla disoccupazione giovanile. Le statistiche ufficiali non tengono nemmeno conto dei tantissimi giovani (nel vecchio Continente, circa il 17 per cento degli europei) che lavorano nell’economia sommersa.

Su scala globale, la disoccupazione giovanile salirà leggermente dall’attuale 12,7 per cento al futuro 12,9 per cento del 2017. Nel Nordafrica la situazione è ancora peggiore: contro l’attuale 27,6 per cento dei giovani senza lavoro, dovrebbe contrapporsi una percentuale ben maggiore tra pochi anni.

In questa tendenza internazionale gioca un ruolo decisivo l’esplosione della crisi del debito sovrano nell’eurozona, che starebbe influenzando le economie dei principali mercati mondiali attraverso un rallentamento della crescita e un freno agli investimenti. Di qui l’allargamento della platea di disoccupati giovani e, di conseguenza, l’estrema necessità di riforme strutturali in favore dei più giovani, specialmente qualificati, al fine di scongiurare tensioni sociali e politiche.

Vedi anche disoccupazione Italia dati Istat 2012.