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Prosegue il momento negativo del dinaro serbo

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 Secondo i media serbi, i più accreditati nello specifico, c’è una spiegazione ben precisa per il basso livello della valuta locale, il dinaro, nei confronti dell’euro, come ci si sta accorgendo dall’inizio dell’anno (vedi anche East Capital consiglia di investire nei Balcani). In effetti, questa performance negativa significa che i cittadini che hanno richiesto dei prestiti in euro pagherebbero cinquecento dinari in più nell’attuale momento storico. Il tasso di cambio a cui si sta facendo riferimento ammonta a 113,0848 dinari per la precisione.

Proprio ieri, la divisa balcanica è stata protagonista di un calo dello 0,3% rispetto alla moneta comunitaria, con lo stesso tasso superiore a quota 113. La banca centrale sta tentando in tutti i modi di alleviare le eccessive oscillazioni giornaliere del cambio in questione, tanto è vero che sono stati venduti perfino dieci milioni di euro, somma di denaro destinata al mercato interbancario. La speculazione che riguarda la Serbia ha messo in luce come le finanze pubbliche non siano in condizioni incoraggianti (il rallentamento dura da tempo ormai), per non parlare delle riforme relative al consolidamento fiscale e al debito che dovranno seguire, misure avvolte da una incertezza molto forte.

È proprio per questo motivo che l’istituto di credito centrale ha considerato e considera ancora urgenti le misure per migliorare questa situazione, di conseguenza le adozioni non mancheranno anche in futuro. L’annunciato declassamento del rating del paese e le raccomandazioni negative da parte di alcune società estere di investimento (investire in Serbia viene sempre più sconsigliato) hanno influito inevitabilmente sull’andamento del dinaro, con gli investitori finanziari sempre più cauti. Sempre più serbi stanno acquistando valute più forti di quella nazionale, un dettaglio che non è passato inosservato nemmeno a Braislav Brujic, il presidente dell’associazione che riunisce gli uffici di cambio in Serbia, quindi si possono immaginare interventi radicali, al fine di scongiurare che il panico prenda il sopravvento.