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L’import cinese sostiene il dollaro australiano

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 Il dollaro australiano ha guadagnato al punto da raggiungere il suo livello più alto nei confronti dello yen dal settembre del 2008: in aggiunta, il rialzo rispetto al dollaro americano è stato il migliore delle ultime tre settimane, dopo che i dati economici cinesi hanno messo in luce una crescita record per quel che riguarda le importazioni (l’ex impero celeste è il principale mercato estero dell’Australia). Allo stesso tempo, il dollaro neozelandese ha sfiorato i massimi di quattro anni fa rispetto alla valuta giapponese, grazie alle buone performance dei titoli azionari del continente asiatico.

Nel dettaglio, Aussie ha messo a segno un progresso pari a 0,3 punti percentuali, attestandosi a quota 1,0552 presso la Borsa di Sydney, ma dopo aver anche sfiorato gli 1,0555 dollari, vale a dire il picco più alto dallo scorso 18 dicembre. Il guadagno rispetto allo yen si può invece quantificare in 0,7 punti percentuali. Spostando l’attenzione sul Kiwi, bisogna rilevare il +0,1% rispetto alla moneta verde e i 74,10 yen nel confronto nipponico. Le esportazioni cinesi sono cresciute di oltre il 14% a dicembre rispetto a un anno prima, mentre l’import è stato protagonista di un altrettanto esaltante +6%, tanto è vero che il surplus ammonta ora a 31,6 miliardi di dollari.

A fine anno, al contrario, i timori americani influenzarono il dollaro australiano in maniera più che evidente, come è successo con altre valute, preoccupate per il cosiddetto fiscal cliff. A novembre, poi, il dollaro australiano era in rialzo grazie all’accordo sulla Grecia. Un altro importante riferimento è quello dei titoli obbligazionari della nazione oceaniana: la scadenza decennale ha visto crescere il proprio rendimento di quattro punti base (+0,04%), fino a un complessivo 3,44% e concludendo in questa maniera tre giorni consecutivi di ribassi. Per quel che concerne, infine, la scadenza a tre anni di questi bond, il ritorno economico è aumentato di cinque punti base, fino al 2,84%.