Home Forex News Brexit? Sterlina non ci crede e vola ai massimi da gennaio

Brexit? Sterlina non ci crede e vola ai massimi da gennaio

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A seguito di giorni di tensione, il Premier David Cameron e i fautori della permanenza della Gran Bretagna nell’Unione Europea possono tornare a crederci: alla vigilia dello storico referendum, mercati e “bookmakers” puntano sulla sconfitta della Brexit.

Di conseguenza, la sterlina registra la migliore prestazione giornaliera dal 2009, e industria dell’auto e Premier League si schierano contro l’uscita.

La divisa inglese, spinta da recenti sondaggi che mostrano un avanzamento del fronte filoeuropeo, vola a 1,4691 sul dollaro e a 0,7702 sull’euro. E con essa le Borse di Londra, Parigi, Madrid e Francoforte, che hanno chiuso con progressi attorno al 3%. Appena un po’ più indietro Milano. Per gli allibratori, che hanno sempre creduto nella permanenza, la probabilità di un divorzio da Bruxelles si è abbassata ulteriormente: la scorsa settimana Bet Fair dava una vittoria della Brexit al 42%, ieri al 22%. E Ladbrokes ha fatto sapere che solo nella giornata di ieri il 95% dei soldi scommessi sono stati per Remain.

Cameron ha incassato il sostegno di aziende importanti come Jaguar Land Rover, Toyota, Bmw e Vauxhall; ha visto una defezione di alto profilo dal campo avversario, quello dell’euroscettica storica Sayeeda Warsi, esponente di spicco dei conservatori, che ha accusato la campagna Leave (pro-Brexit) di spargere «bugie, odio e xenofobia»; e, nel Paese che ha inventato il calcio, il premier ha ricevuto un assist dal presidente della Premier League Richard Scudamore, per il quale la Brexit sarebbe un vero autogol: le squadre sono tutte per la permanenza, ha detto.

I moniti giungono anche dall’estero. Il presidente Ue Donald Tusk ha detto che Brexit sarebbe «un segnale d’allarme» gravissimo che potrebbe «incoraggiare altri euroscettici in Europa». Parlando dopo un incontro con il premier portoghese Antonio Costa, Tusk ha aggiunto:

Quale che sia il risultato del referendum britannico dobbiamo riflettere profondamente sul futuro dell’Ue.