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S&P taglia il rating globale per via del Coronavirus

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Standard and Poor’s taglia il rating mondiale a causa del Coronavirus: una decisione che non è giunta come sorprendente dopo aver analizzato i segnali derivanti dalla Cina soprattutto dall’inizio dell’emergenza. Era impensabile sostenere che non vi sarebbero state conseguenze.

Impatto Coronavirus sull’economia globale

Un giudizio, quello di S&P che arriva soprattutto per la velocità e la diffusione del virus, il quale sta promettendo già ora di avere un maggiore impatto rispetto a quello causato dalla SARS nel 2003. Esso infatti rappresenta secondo molti un rischio “per l’economia globale e il credito”. L’agenzia di rating sottolinea che il rallentamento dell’economia cinese, le cui previsioni sul PIL sono state ridotte al 5% dal 5,7% precedente l’emergenza, influirà sul prodotto interno lordo globale nel 2020 per almeno lo 0,3%..

Covid-19 viene considerato un rischio alto per l’economia dell’intero comparto asiatico e del pacifico ed elevato per il resto del globo dato che sia il tasso d’infezione che quello di mortalità sono più bassi al di fuori dei confini cinesi. Hanno sottolineato gli analisti di Standard and Poor’s:

Ci aspettiamo che ci sarà un effetto di breve termine sul Pil della Cina e del mondo, come pure alcuni costi economici per le industrie più esposte ai consumi delle famiglie cinesi e alle crescenti misure di contenimento“.

L’agenzia americana stima che intorno al mese di marzo sarà possibile contenere l’epidemia e i suoi effetti.

Quanto peserà il virus sul PIL globale

Secondo Standard and Poor’s sarebbero peggiori i danni se dovesse in qualche modo diffondersi di più l’epidemia in tutto il mondo: soprattutto se il Coronavirus dovesse raggiungere paesi non preparati a possibili shock. Al momento l’agenzia di rating pensa che il virus peserà per lo 0,1% nel PIL degli Stati Uniti e per lo 0,1-0,2% sull’Europa. Maggiore attenzione dovranno fare le economie di Singapore e Hong Kong che potrebbero trovarsi per via della loro “limitata dimensione e del loro alto grado di apertura” a subire molti più danni dell’economia cinese.

Analizzando i mercati finanziari S&P sostiene che l’atteggiamento dei mercati, nonostante le difficoltà globali, mostra di essere tendenzialmente ottimista: in particolare negli Stati Uniti dove l’S&P 500 ha fatto registrare un rialzo di circa il 3% da inizio anno. “Andamenti similari“, sottolinea l’agenzia, sono stati rilevati nella maggior parte delle Borse europee e asiatiche.

I veri problemi al momento sono rappresentati dall’ovvio contraccolpo che l’epidemia ha avuto sui settori del trasporto aereo, dei giochi, del retail e  dei pedaggi autostradali ai quali va aggiunta la chiusura temporanea d’impianti e fabbriche in Cina per via della quarantena che potrebbe provocare interruzioni della supply-chain di alcune industrie soprattutto in Europa.