Home Primo Piano Spread Btp Bund non giustificato

Spread Btp Bund non giustificato

0

 Anche Bankitalia scende in campo contro gli eccessi dei mercati finanziari. Stando a uno studio condotto dall’istituto monetario di Via Nazionale, infatti, gli attuali 450 punti che separano i rendimenti dei titoli decennali italiani da quelli tedeschi non hanno alcun tipo di correlazione con la crescita economica, con le condizioni fiscali e con i rischi finanziari. Secondo Bankitalia, invece, lo spread corretto non dovrebbe superare i 200 punti, meno della metà dell’odierno gap che separa la redditività dei titoli italiani da quelli tedeschi.

Il calcolo, afferma la Banca d’Italia, sarebbe stato effettuato sulla base di una serie di regole econometriche da parte di un team di economisti. Oltre a non esser giustificato sulle scadenze più lunghe, pari a 10 anni, lo spread Btp Bund non sembra esser giustificato nemmeno sul fronte delle scadenze più brevi, considerando che per i titoli a due anni dovrebbe essere pari a 180 punti contro i reali 410 punti, e per i titoli a cinque anni dovrebbe esser pari a 270 punti e non, come invece oggi, quasi 500 punti.

Ma da cosa dipende questa differenza tra i rendimenti stimati da Bankitalia e quelli concretamente realizzabili nei mercati? In primo luogo, sottolineano gli economisti della banca, vi è la riduzione impressionante dei rendimenti tedeschi, favorita dal forte flusso di acquisti verso i bund, percepiti quanto mai come bene rifugio. Tuttavia, a pesare maggiormente è il timore di un crollo dell’eurozona. A comprova, basti osservare gli ultimi forti ed esagerati scostamenti dei rendimenti dei titoli sovrani nei Paesi a maggior pericolo e quelli a minor pericolo.

Ma come risolvere questa difformità di dati? La soluzione è ridare fiducia ai mercati finanziari sul fronte Unione Europea, accelerando la creazione di una unità fiscale e politica. A parole sembra facile, ma la realtà, considerando le enormi differenze di proposizione tra i Paesi membri, è estremamente più complessa.

Ieri abbiamo parlato del soccorso di Draghi all’euro: vi rimandiamo alle considerazioni espresse per ulteriori approfondimenti.