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Triplo massimo su Euro/Dollaro

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 Con la fobia per la Grecia ed il rischio di recessione per l’intera Unione Europea è sfuggito il quadro di lungo periodo dell’Euro/Dollaro, che invece sarebbe da prendere in considerazione per valutare attentamente la situazione. Dal top assoluto sopra a 1.60 del 2008 il cambio ha iniziato una fase di compressione/discesa che potrebbe trovare la fine tra pochi mesi con l’avvio di una nuova fase direzionale di lungo periodo.

Il concetto è semplice; a 1.60 Euro/Dollaro era sicuramente oltre il reale cambio ammissibile tra le due valute ma durante il ridimensionamento (che è arrivato a sfiorare 1.25) si è messa in discussione la posizione degli USA nel mondo proprio rispetto all’Eurozona, che al tempo non dava segni di cedimento.

Il fatto che la crisi Greca ed il rischio default non abbiano fatto crollare il valore dell’Euro nei confronti del Dollaro USA dovrebbe essere un elemento chiave per valutare la posizione delle due potenze nel Mondo.

Dal punto di vista grafico però ci sono degli elementi che richiamano un imminente crollo verticale; la tendenza di lungo periodo è praticamente assente visto che ci troviamo in una fase di compressione lenta e senza direzione (in cui per fare trading bisogna affidarsi necessariamente ai grafici di breve periodo) ma la situazione attuale non sembra destinata a durare. Dal top assoluto oltre 1.66 del 2008 si contano in successione altri due massimi decrescenti di cui il primo nel 2009 ed il secondo nel 2011. Secondo la posizione grafica le previsioni per il cambio sono ancora neutre ma i livelli di uscita dalla fase corrente sono abbastanza definitivi e rispettivamente sono posizionati a 1.4 e 1.25. Questi sono quindi i due livelli chiave di lungo periodo oltre i quali, nelle rispettive direzioni, avrà inizio la nuova fase di tendenza di Euro/Dollaro che resterà sul mercato per diversi anni, determinando tra i due cambi quale sarà quello di riferimento per il Mondo finanziario.