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UE fiduciosa sul deficit italiano

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 Non vi sono spazi di enorme soddisfazione, ma la Commissione europea ha comunque reso noto di aver preso atto dei recenti sforzi del nostro Paese nel risanare il bilancio pubblico, aprendo di fatto la porta alla possibilità di porre finalmente termine alla procedura di deficit eccessivo, iniziata nel 2009. Economicamente, la situazione della nazione rimane invece molto fragile, con conseguente previsione di significativo incremento della disoccupazione.

Stando a quanto affermato dal commissario agli affari economici Olli Rehn durante una recente conferenza stampa, l’Italia “sembra essere sulla giusta strada per uscire dalla procedura di deficit eccessivo“. Rehn ha tuttavia precisato come la “fine della procedura di deficit eccessivo potrà avvenire solo dopo le prossime previsioni di primavera”, sulla base del dato ufficiale – fornito da Eurostat – sul consolidato 2012 (vedi anche Record sofferenze per le banche italiane).

In particolare, ricordava il quotidiano Il Sole 24 Ore facendo il sunto delle stime di principale riferimento, la commissione prevede “che il disavanzo pubblico italiano sia sceso al 2,9% del prodotto interno lordo nel 2012, dal 3,9% registrato nel 2011. Per quest’anno e per l’anno prossimo, la previsione è di un deficit al 2,1% del Pil. Nei tre anni, l’Italia avrebbe un disavanzo sotto al 3,0% del Pil, e quindi in linea con le esigenze del Patto di Stabilità. Nel contempo, il paese dovrebbe riuscire a raggiungere quest’anno il pareggio di bilancio strutturale”.

Ad ogni modo, l’Italia sembra essere in “buona” compagnia, visto e considerato che dei 27 Paesi dell’Unione ben 20 sono oggetto di procedure di disavanzo eccessivo. In più, il nostro Paese – ha aggiunto ancora Rehn – “è uno di sei paesi candidati ad uscire dalla procedura di deficit eccessivo”. Di questi sei, inoltre, due (Polonia e Lituania) potrebbero avere una situazione molto incerta per dubbi statistici (vedi anche Fiducia delle imprese in calo a febbraio 2013).

Vedremo, nelle prossime settimane, e in particolar modo con la formazione del nuovo governo, cosa accadrà alle previsioni italiane.