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Zona euro ancora nell’occhio del ciclone

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 Il passaggio dal 2011 al 2012 ha temporaneamente oscurato e rimosso la crisi del debito sovrano della zona euro zona dalle prime pagine dei giornali, ma è in procinto di tornare prepotentemente  alla ribalta. I prossimi mesi saranno decisivi per la sopravvivenza della moneta unica europea, mentre le barriere politiche, economiche e finanziarie si moltiplicano sulla strada dei principali leader europei.

In Grecia, dove la crisi del debito è emersa due anni fa, il governo si è impegnato in una corsa contro il tempo, al termine della quale sarà fondamentale per il paese aver raggiunto un accordo con i creditori, in virtù del quale Atene potrà ricevere un nuovo aiuto dai partner europei e dal Fondo monetario internazionale (FMI).

Ma le trattative con i creditori privati, cui è stato chiesto di rinunciare al 50% del valore nominale delle obbligazioni greche in possesso nei loro portafogli, nelle ultime settimane sembra stiano slittando. Cresce il rischio di un default greco. La sfiducia dei mercati, nei confronti della Grecia e degli altri paesi in difficoltà, tra cui l’Italia, si riflette sull’andamento dei rendimenti sui mercati secondari. Il tasso sul debito italiano a 10 anni è tornato la scorsa settimana ad un livello superiore al 7%. E’ ‘improbabile che le elezioni legislative greche daranno al paese una larga maggioranza e non è dunque escluso che ci vorrà una nuova coalizione ad Atene, con i rischi che ciò comporterebbe in termini di trattative.

Anche i rapporti franco-tedeschi potrebbero incrinarsi, soprattutto se la francia subisse un downgrade da parte delle agenzie di rating,  anche se a parere di alcuni economisti, un evento del genere potrebbe mettere Parigi in un angolo e costringere il paese a una riforma fiscale e di bilancio di grandi dimensioni, qualunque fosse il vincitore delle elezioni presidenziali.

La politica europea sarà più dettata da  Merkozy, ma da una nuova coppia, ovvero quella formata da Angela Merkel e Christine Lagarde (direttore dell’ FMI)? Evitare un ritorno alla recessione sarà  in ogni caso la sfida più grande che gli europei si troveranno ad affrontare nel 2012. Anche la Germania, la forza trainante della zona euro, sembra minacciata dal rischio, mentre all’altra estremità della catena, il PIL greco entra in un quinto anno consecutivo di contrazione.

Ripristinare la fiducia del mercato in materia di finanza pubblica, sostenendo al contempo la crescita è un’equazione praticamente inscindibile nei paesi dell’area dell’euro. Un barlume di speranza c’è, e si trova a Francoforte, dove la sede del Presidente della Banca centrale europea (BCE) è ora occupata da Mario Draghi.

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