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Rupia indiana ai minimi storici in vista del tapering

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 Le aspettative sull’avvio del tapering negli Stati Uniti stanno provocando violenti vendite sulle valute dei paesi emergenti, in particolare la rupia indiana. La lettura dei verbali dell’ultimo meeting della Federal Reserve non ha fatto emergere indicazioni precise sul timing del processo di riduzione degli stimoli monetari, che si protraggono ormai da inizio 2009. Attualmente l’istituto monetario di Washington immette nel sistema finanziario 85 miliardi di dollari al mese ma, grazie alla costante ripresa dell’economia, la FED è pronta ad avviare il tapering.

I paesi emergenti sono finiti ben presto nel mirino delle vendite degli investitori internar nazionali, sperimentando un pericoloso deflusso di capitali esteri che fanno temere una crisi valutaria come quella avvenuta nel 1997. Tra le valute esotiche più in difficoltà c’è la rupia indiana, che ha da poco aggiornato i nuovi minimi storici sul dollaro americano. Il tasso di cambio USD-INR ha superato per la prima volta nella sua storia quota 65, nonostante l’allentamento della politica monetaria restrittiva della Reserve Bank of India.

La Banca Centrale di New Delhi ha annunciato di essere pronta a mettere in campo misure drastiche per impedire ulteriori crolli della valuta nazionale, ma finora senza ottenere risultati positivi. La RBI dovrebbe inasprire i controlli sui capitali per impedire il deflusso di valuta estera, ma gli investitori potrebbero intendere questa mossa come se fosse dettata dalla disperazione. L’allarme è comunque già scattato da tempo, ma la sensazione è che la situazione potrebbe peggiorare ancora considerando anche i deboli fondamentali economici del sub-continente indiano, alle prese con il rallentamento del pil, con un forte deficit delle partite correnti e con svariati problemi di natura strutturale.

Gli analisti finanziari ritengono che il recente aumento dei tassi di interesse avrà implicazioni recessive nel breve-medio periodo, senza contare il rischio di un forte aumento dell’inflazione con lo stop ai sussidi di disoccupazione allo scopo di contenere il disavanzo della bilancia dei pagamenti. Per gli esperti l’India rischia la stagflazione, ovvero uno scenario fatto di bassa crescita e deciso aumento dei prezzi. La crisi della rupia è la peggiore degli ultimi 22 anni.