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Tim, via libera a KKR ma con Golden Power

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Il via libera alla vendita di Netco di Tim al fondo KKR è arrivato. Ma con l’applicazione del Golden Power da parte del governo. Accettando in questo modo gli impegni presentati dalla società.

Golden Power esercitato per Tim

L’Esecutivo definisce questo assenso un passo in avanti importante, raggiunto secondo le tempistiche annunciate. La vendita di Netco di Tim al fondo statunitense, secondo Palazzo Chigi, delinea un “quadro certo di supervisione strategica affidata allo Stato”. Che poi è ciò che consente di fare lo stesso Golden Power, visto che si è deciso di esercitarlo per questa importante compravendita societaria.

Ora per Tim nasce il problema della governance: il consiglio di amministrazione dovrebbe far partire la procedura in grado di definire una lista di candidati che, nel corso dell’assemblea del 23 aprile, porterà la creazione di un consiglio più snello. I membri infatti passeranno da 15 a 9.

Il fatto che l’esecutivo abbia deciso di dare il via libera all’operazione di Tim esercitando il Golden Power ha scatenato la reazione di sindacati e opposizione. La preoccupazione riguarda non solo gli interessi di tipo strategico a livello nazionale ma soprattutto quelli a livello occupazionale.

La compagine sindacale ha inoltre colto l’occasione dell’annuncio per riportare in auge il dibattito sugli ammortizzatori sociali. L’opposizione lamenta diverse problematiche: quella maggiormente rilevata dal Movimento 5 Stelle riguarda la scarsa partecipazione statale.

Il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ignora le critiche sottolinea che il Governo e riuscito a ottenere la soddisfazione degli investitori internazionali sia per quel che riguarda Netcom di Tim sìa Monte Paschi di Siena. Grazie anche a una maggioranza dalla forte tenuta e un governo stabile.

Stato in controllo degli asset

Da Palazzo Chigi arrivano comunque rassicurazioni sul coinvolgimento, in una seconda fase di F2i e del Ministero delle finanze a confermare la garanzia del controllo statale sugli asset più importanti di telecomunicazione nel paese.

Entrando più approfonditamente nel discorso tecnico viene sottolineato che il Consiglio dei ministri “recepisce gli impegni che le parti hanno assunto”. Questi riguardano la “creazione dell’organizzazione di sicurezza” nonché la nomina del preposto di cittadinanza italiana senza dimenticare “su tutte le questioni incidenti sugli asset strategici”. A partire “dal mantenimento in Italia delle attività di ricerca e manutenzione e dal monitoraggio”.

Gli impegni sono circa una dozzina ed è prevista tra di essi la presenza del Governo per quel che concerne la definizione delle scelte strategiche relative alla sicurezza. Questi corrispondono agli impegni ritenuti dal Governo come idonei ad assicurare la tutela degli interessi strategici italiani nel campo delle telecomunicazioni. Ora non resta che vedere cosa ne penserà la Commissione Europea.