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Meta manda a casa 11 mila dipendenti

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Meta manda a casa 11mila dipendenti, pari al 13% della sua totale forza lavoro. E i tagli riguardano anche l’Italia dove sono 22 le persone a essere licenziate dalla sede di Milano.

Crisi e spese per il metaverso la causa

Mark Zuckerberg sembrerebbe apparso decisamente contrito per la potenziale sofferenza che sta causando con questi esuberi. Ma lo stesso tempo Meta necessita di una cura snellente e oltre a un generale risparmio si è reso necessario agire sulla forza lavoro.

Le cause di questi licenziamenti sarebbero essenzialmente gli investimenti su metaverso e la crisi economica. Parliamo di un progetto molto caro al fondatore di Facebook che sta però dando vita a un importante buco finanziario che bisogna colmare.

L’eccessivo ottimismo di Mark Zuckerberg nei confronti del metaverso, ammette il programmatore, avrebbe portato a un eccesso di assunzioni al quale ora Meta deve rimediare. Si tratta dei primi licenziamenti in diciott’anni, ovvero dalla nascita di Facebook.

I tagli sono iniziati il 9 novembre scorso e stanno facendo sentire il loro peso. Non a Wall Street dove in realtà la mossa è stata gradita e le azioni del gruppo sono cresciute del 5,37%. Twitter a quanto pare non è la sola ad avere effettuato tagli dell’ordine di migliaia all’interno della sua azienda.

Meta aveva già fatto sapere a settembre di avere un totale di 87mila dipendenti e di essere intenzionata a tagliare le spese del 10%. Prendendo in considerazione anche degli esuberi. Non si sa nello specifico quali saranno le conseguenze di questi tagli, ma di sicuro risentiranno di questo approccio anche i dipartimenti come i Reality Labs. I quali hanno avuto un costo finora pari a 15 miliardi di dollari.

L’azienda si è resa conto di non poter sostenere più tutte quelle assunzioni eseguite anche nei primi mesi di quest’anno.

Meta licenzia anche in Italia

Come anticipato, anche nella sede italiana di Meta  sono stati eseguiti dei licenziamenti. Secondo quanto indicato da Wired sarebbero 22 gli esuber. E concentrati nei settori marketing, comunicazione, supporto alle piccole imprese e recruting.

Anche per i dipendenti italiani l’annuncio è arrivato a stretto giro insieme all’avvertimento inviato al Ministero del Lavoro, ai sindacati, alla Regione Lombardia e all’ispettorato territoriale del lavoro.

Anche in questo caso ovviamente le motivazioni rimangono le stesse e quindi la necessità di spendere di meno a causa dei costi dati dal metaverso e dalla crisi.

Si sono salvati coloro che lavorano in quelle attività che vengono considerate prioritarie dall’azienda. Come i reels, la messaggistica per le imprese, gli algoritmi di raccomandazione e la pubblicità.