Home Economia I nordcoreani snobbano sempre più la valuta nazionale

I nordcoreani snobbano sempre più la valuta nazionale

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 I cittadini nordcoreani si stanno mostrando sempre più interessati alle valute straniere, in primis il dollaro americano e lo yuan cinese, piuttosto che a quella ufficiale, il won. Come si spiega una situazione del genere? Secondo alcuni esperti si tratta della testimonianza tangibile di come il potere quasi dittatoriale di Kim Jung-Un abbia ormai perso il controllo definitivo dell’economia locale (vedi anche Won in calo a causa delle tensioni tra le due Coree). I motivi specifici sono riassumibili in quattro punti distinti.

Anzitutto, sempre meno sono coloro che vogliono essere pagati in won nordcoreani. Poi, c’è anche da tenere presente che questa divisa è riuscita a perdere la bellezza di novantanove punti percentuali del suo valore dal 2009 a oggi (ci si riferisce ovviamente al cosiddetto “mercato nero”). La minore influenza del regime sull’economia e la diffusione di monete più forti completano il quadro. La nazione asiatica rappresenta, come è noto, uno dei paesi più chiusi e misteriosi al mondo, dunque è piuttosto difficile riuscire a determinare con esattezza quale sia l’impatto di qualsiasi evento su chi governa. Ciò nonostante, gli esperti hanno affermato che il crescente utilizzo di valute straniere non può non mettere in difficoltà la leadership attuale, tanto che si parla con insistenza della creazione di una economia privata che vada al di là delle consuete misure draconiane.

Pyongyang sta capitolando dal punto di vista monetario? L’impressione è netta, ma occorrono anche altri elementi per esserne sicuri. Ma quanta valuta forte circola effettivamente? Secondo gli analisti del Samsung Economic Research Institute di Seul, ad aprile sono stati raggiunti i due miliardi di dollari (l’economia nordcoreana ammonta a 21,5 miliardi), mentre invece il governo non provvede a pubblicare alcun dato di tipo economico. L’utilizzo di dollari e yuan è divenuto talmente pervasivo e di effetto che è come se si fosse creata una capitale in versione ridotta.