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Quali rischi dal trading short sullo yen

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 Sul forex sono sempre più numerosi gli investitori attratti dalla debolezza dello yen e dal suo processo di svalutazione, favorito dalla politica monetaria ultra-espansiva senza precedenti della Bank of Japan. Da metà novembre 2012 a metà maggio 2013 il tasso di cambio dollaro/yen è passato da quota 80 a oltre 103, per un guadagno del 29% in 6 mesi. La moneta nipponica ha perso tantissimo anche su euro, sterlina, franco svizzero e altre monete del G-20. Ciò ha creato presupposti per un ritorno della popolarità del margin trading sullo yen e dei carry trade.

Dopo lo sfondamento della quota di 100 di dollaro/yen, le scommesse rischiose sulla divisa nipponica sono in costante aumento e ormai il mercato è completamente sbilanciato verso lo short sulla valuta giapponese. Gli stessi investitori del paese del Sol levante credono che la svalutazione proseguirà ancora per molto tempo, mentre alcuni analisti valutari già intravedono target che vanno dai 105 ai 120 entro fine anno (cambio dollaro/yen a 120 entro fine 2013 secondo Credit Suisse).

Il forex trading sui margini sul cross Usd/Jpy si è quadruplicato in aprile sul mercato Click 353 del Tokyo Financial Exchange a una media giornaliera di 106 miliardi di yen. Il trading con i margini permette di amplificare l’entità della scommessa ribasista sullo yen rispetto alla somma effettivamente impegnata come deposito presso il broker. Cresce anche la portata della scommessa short sul mercato over-the-counter. Infatti, il forex margin trading sulla piattaforma leader Gmo Click Securities ha toccato il record di 900mila miliardi di yen ad aprile, con un balzo del 240% rispetto a dodici mesi prima.

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Tuttavia, c’è il serio rischio che un improvviso shock sui mercati finanziari possa generare un ritorno di fiamma sullo yen con riscatti a cascata, che andrebbero a bruciare i guadagni dei trader e a creare i presupposti per perdite stratosferiche. Alla Bny Mellon ricordano che lo yen non ha ancora perso lo status di moneta-rifugio, per cui potrebbe tranquillamente ripresentarsi lo scenario già visto nel 2007. La crisi dei mutui subprime prima e il crack di Lehman Borthers poi spinsero gli investitori a liquidare frettolosamente i carry trade sulla divisa nipponica: in circa 4 anni il cambio dollaro/yen passò da 124 a 75, mentre il cambio euro/yen da circa 170 a 94.