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Unilever incorona le valute del Sud-Est asiatico

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 Valute asiatiche ancora più forti rispetto al dollaro e all’euro: parola di Unilever, la celebre multinazionale anglo-olandese celebre per diversi marchi del settore alimentare e dell’igiene per la casa. Il gruppo in questione, infatti, ritiene che le divise del Sud-Est asiatico faranno registrare numerosi apprezzamenti nel corso dei prossimi anni, visto che gli investimenti stranieri stanno di fatto potenziando la crescita economica (vedi anche Sud-Est asiatico: il dollaro di Singapore è la peggior valuta).

Come ha spiegato Peter Tel-Kulve, amministratore delegato del colosso che ha sede a Londra e a Rotterdam, la maggior parte delle politiche monetarie di questa parte del mondo sono attualmente molto robuste. Di conseguenza, le rispettive valute sono il termometro perfetto della forza delle varie economie. La speculazione naturale di Unilever per quel che riguarda l’ambito valutario è rappresentato dalla fornitura e dalla produzione di beni nei mercati locali di riferimento. D’altronde, il 2013 si è finora caratterizzato per le importanti performance delle monete in questione, in particolare il baht thailandese e il ringgit della Malesia.

In aggiunta, la crescita della regione dovrebbe viaggiare a un ritmo di 5,4 punti percentuali, per poi salire fino al 5,7% nel 2014, stando almeno ai numeri forniti dalla Asian Development Bank, molto ottimista da questo punto di vista. I principali benefici dovrebbero essere quelli dei flussi da paesi stranieri e i quantitative easing delle banche centrali. Se poi si aggiunge che gli istituti del Sud-Est asiatico risultano essere i più scaltri, i più preparati e con i migliori mezzi a disposizione, allora il quadro è davvero completo. lo stesso Tel-Kulve si è anche detto piuttosto fiducioso in merito alle prospettive di Unilever per l’Indonesia, nazione definita come “big gorilla”, visto che le vendite hanno raggiunto un miliardo di euro dopo ben ottanta anni (tra altri quattro si potrebbe raddoppiare il risultato). Lo stesso paese appena citato ha già realizzato nel 2012 una crescita del 6,2%.