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Valute asiatiche, il debito USA preoccupa won e ringgit

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 Il cattivo momento attraversato dall’economia statunitense, le preoccupazioni del debito locale, il fondato timore di subire delle ripercussioni sul fronte delle esportazioni, stanno conducendo alcune tra le principali valute asiatiche maggiormente gettonate quando si parla di asset high-yield a retrocedere la propria quotazione nei confronti delle “concorrenti”, in attesa di tempi internazionali più chiari.

Il riferimento è soprattutto a quanto accade con il won della Corea del Sud e al ringgit della Malaysia, negli ultimi giorni particolarmente deboli in seguito alle previsioni sulla spesa americana, che è diminuita per la prima volta negli ultimi due anni durante le scorse settimane, aprendo nuovi scenari di incertezza per quanto concerne le esportazioni cui le due valute avevano beneficiato in maniera considerevole nell’ultimo biennio.

Stando alle nuove previsioni, infatti, in territorio statunitense gli ordini industriali sarebbero diminuiti durante il mese di giugno, con una flessione dei nuovi occupati che si è trascinata nel mese di luglio: quanto basta per comprendere che probabilmente il peggio sul fronte dell’export deve ancora venire, scoraggiando l’investimento in asset high-yield e punendo gli apprezzamenti recenti di won e ringgit.

Come conseguenza di quanto sopra, non sorprende registrare le flessioni del won, del ringgit, ma anche del dollaro di Singapore o del peso delle Filippine, che hanno conseguito un trend calante record per le ultime settimane. Male, a proposito di valute emergenti asiatiche, anche le prestazioni del baht della Thailandia, mentre contiene le perdite la rupia indonesiana, e si mantiene pressochè stabile il dollaro di Taiwan.

Per quanto concerne lo yuan cinese, la valuta in questione riesce a mantenere le posizioni acquisite nelle ultime ore. Occorrerà tuttavia valutare con maggiore attenzione il responso, non a caldo, dei mercati finanziari sull’accordo trovato in merito all’innalzamento del debito americano.

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