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Fuga capitali dall’Italia

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 I capitali precedentemente destinati all’Italia stanno prendendo altre strade internazionali. Ad affermarlo – riteniamo, non senza una buona dose di sorpresa nelle orecchie degli ascoltatori – è stata la Banca Centrale Europea, che nel suo bollettino di gennaio ha dedicato ampio spazio al nostro Paese ricordando come “l’accresciuta incertezza politica in Italia è stata all’origine, negli ultimi due mesi dell’anno, di alcuni flussi di capitali, con l’obiettivo di ricercare investimenti più sicuri verso i titoli emessi dai paesi con rating AAA“.

Un’affermazione che alcuni quotidiani – come La Stampa – hanno sottolineato essere “un pò strana”, poichè è per il momento vero che a fronte dell’evidente incertezza politica italiana, non vi sarebbe stata ancora alcuna fuga di capitali all’estero (avvenuta invece prima, mentre negli ultimi mesi dell’anno vi sarebbe stato un importante movimento inverso).

Nel suo bollettino, ad ogni modo, la Bce riconosce il “forte calo dei rendimenti dei titoli di Stato dei paesi dell’Eurozona” e aggiunge altresì come tale movimento “dovrebbe essere sostenuto da ulteriori passi avanti nel risanamento delle finanze pubbliche in linea con gli impegni assunti nel quadro del Patto di stabilità e crescita” (vedi anche Produzione Italia ultima in tutta Europa).

Ancora, la Banca centrale sottolinea come il clima del mercato obbligazionario nell’Eurozona abbia significativamente risentito dell’influsso negativo esercitato dalle revisioni al ribasso nelle previsioni di crescita, “ciò nonostante altri fattori hanno influito positivamente sul clima di mercato”. Tra i vari, “l’accordo su una vigilanza bancaria unica europea sotto gli auspici della Bce e il buon esito dell’operazione di riacquisto del debito da parte del governo greco, cui ha fatto seguito l’aumento di sei gradini del rating dei titoli sovrani greci da parte di Standard & Poor’s“.

Infine, la Banca rileva un nuovo deterioramento dei mercati del lavoro nell’area euro durante il quarto trimestre 2012, e sottolinea come “le prospettive economiche della zona dell’euro rimangono orientate al ribasso”, con Italia e Spagna a far fronte a una netta contrazione della fiducia dei consumatori (vedi anche Italia fuori pericolo?).