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Banche, Blair e l’incubo Hindenburg

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 Tony Blair forse ha scelto la propria strada. L’ex ministro britannico si dedicherà alla finanza d’elite. Lo rivela il Sunday Times secondo il quale Blair ha fondato “la sua boutique finanziaria a Londra per offrire servizi di investimento ai fondi comuni ed ai super-ricchi”. Le pratiche sono già in ordine. La società ha ottenuto il nulla osta da parte della Financial Services Authority (la Consob inglese). Ha in organico Mark Labovitch come direttore generale, ex di Dresdner Kleinwort e Mesa Global, e Varun Chandra, addetto alle fusioni-acquisizioni (M&A) di Lehman Brothers. La banca del “fu” primo ministro laburista si chiamerà Firerush Ventures No.3. Avrà il compito di offrire servizi ai clienti professionali, come investitori istituzionali o privati ad alto reddito, gestendo anche operazioni di investimento per clienti (acquisto di titoli, pacchetti azionari o bond governativi). Insomma, in tutto e per tutto una banca d’investimenti per ricchi. Chissà come andrà, certo è difficile mettersi sul mercato in questo momento. La volatilità è lo spettro d’autunno e si teme una ricaduta potente dei listini. Tanto che due giorni fa è scattato l’Hindenburg Omen, come sottolinea Mauro Bottarelli in un bell’articolo sul Riformista. L’indicatore tecnico prende il nome dal disastro aereo che coinvolse il dirigibile tedesco Lz 129 Hindenburg nel 1937. In sostanza, è capace di prevedere i tracolli dei mercati azionari (e successo in concomitanza dei grandi schiaffi ai listini negli ultimi 22 anni). Ci risiamo? Buona fortuna (anche) a Tony.