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Cipro verso settimana di misure restrittive

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 Come era ampiamente prevedibile, non accenna ad allentarsi la morsa dei controlli della troika sulla precaria situazione economico finanziaria di Cipro. La Commissione europea ha infatti reso noto di aver preso atto delle misure restrittive che sono state imposte dal governo dell’Isola al libero movimento dei capitali: misure che rimarranno attive e in vigore per altri 7 giorni, e che saranno accompagnate da un rigido monitoraggio da parte dell’Unione, che potrebbe estenderne la validità.

Insomma, Bruxelles non sembra fidarsi ciecamente di quanto avviene nell’Isola, e prospetta tempi particolarmente difficili per l’economia nazionale. “La Commissione Ue seguira’ da vicino con le autorita’ cipriote, gli Stati membri, la Bce e l’Eba, l’attuazione delle misure restrittive imposte ai movimenti di capitale, che resteranno in vigore per 7 giorni” – si legge in una nota emessa dall’istituzione di Bruxelles, che poi precisa che – “continuera’ a monitorare la necessita’ di estendere la validita’ o di rivedere le misure restrittive, e insistera’ in qualsiasi momento che siano strettamente proporzionate agli obiettivi legittimi di prevenire il rischio immediato per la stabilita’ finanziaria di Cipro e strettamente limitata nel tempo al tempo necessario a tale scopo” (vedi anche il nostro recente speciale sull’approvazione del piano di salvataggio di Cipro).

Stando al governo europeo, nelle attuali condizioni la stabilità dei mercati finanziari e del sistema bancario di Cipro costituirebbe un motivo imperativo “di ordine pubblico che giustifica l’imposizione delle restrizioni temporanee” alla libera circolazione dei capitali. Tuttavia, la libera circolazione dovrebbe altresì essere “ripristinata al piu’ presto nell’interesse dell’economia cipriota e del mercato unico dell’Ue nel suo complesso” – aggiunge la Commissione.

Tra le principali misure adottabili dal governo di Nicosia, ricorda ancora la Commissione in chiusura della stessa nota, figurano altesì “congelamento dei beni, il divieto di ordini di pagamento, limitazioni nei prelievi o nell’uso di carte di credito, debito, e prepagate”.