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Crisi estate 2012 come nel 2008?

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 L’estate del 2012 si preannuncia molto simile a quella del 2008. Lo scenario economico globale sembra incredibilmente cupo in questo momento. L’attività economica e di prestito sta rallentando in tutto il pianeta, e la paura inizia a paralizzare l’intero sistema finanziario globale. Sembra si stia preparando una “tempesta perfetta”.

A livello mondiale si struttura come una piramide finemente equilibrata di rischio, debito e leva. Tale sistema richiede un alto grado di sicurezza e stabilità. Ma quando scompare la fiducia e la paura e il panico prendono il sopravvento, il castello di carte può letteralmente iniziare a collassare, in qualsiasi momento. A meno che accada un qualcosa di molto simile a un miracolo, le cose sembrano muoversi in una direzione che lascia ben pochi margini di speranza.Quali sono i segnali che potrebbero trasformare l’estate 2012 in una parentesi di follia per il sistema finanziario globale? Vediamo alcuni dei maggiori segnali d’allarme.

La Banca dei Regolamenti Internazionali avverte che i prestiti globali si stanno contraendo al ritmo più veloce mai registrato dalla crisi finanziaria del 2008.

La disoccupazione nella zona euro ha toccato un nuovo livello record. Il tasso di disoccupazione in Spagna è del 24,4 per cento (in Italia è balzato al 36%) e per i minori di 25 anni supera il 50 per cento. Si stima che ci siano 273 miliardi di dollari di mutui immobiliari falliti nel sistema bancario spagnolo.  E nel frattempo, i  rendimenti sul debito spagnolo e su quello italiano si stanno pericolosamente impennando.

BOB DIAMOND DI BARCLAYS SI DIMETTE

Molti titoli bancari americani sono stati colpiti duramente. Ad esempio, il titolo Morgan Stanley è diminuito del 40 per cento negli ultimi quattro mesi. Il governo del Portogallo ha appena annunciato che dovrà provvedere al salvataggio di tre grandi banche.

I titoli del tesoro americano a 10 anni hanno raggiunto un nuovo minimo storico, sintomo delle paure e dell’insicurezza degli investitori. I dati relativi ai nuovi ordinativi di fabbrica negli Stati Uniti sono precipitatati tre volte negli ultimi quattro mesi. Questo è un segno che la “ripresa economica” nel paese è chiaramente in fase di stallo. Inoltre, la crescita dell’occupazione nel mese di maggio è stata ben al di sotto delle aspettative e il tasso di disoccupazione è aumentato sino all’ 8,2 per cento.

DOLLARO VERSO IL TRAMONTO?

Le economie di tutto il mondo sviluppato stanno nettamente rallentando. Il Brasile nel primo trimestre, si è drammaticamente indebolito. L’India è cresciuta al ritmo più lento in nove anni mentre l’HSBC della Cina, l’indice manifatturiero del paese, si è ulteriormente contratto, con una riduzione dei nuovi ordini di e un incremento delle scorte.

Nel corso degli ultimi cinque anni, i mercati azionari di Grecia, Spagna, Italia, Portogallo, Irlanda e Cipro sono tutti precipitati di oltre il 50 per cento. Avremo presto risultati simili in tutto il resto d’Europa? L’economia greca è letteralmente ferma. Basta vedere il caos generato dal mancato pagamento delle cambiali. Il Gestore Statale del Mercato Elettrico (LAGIE), non ha pagato i produttori indipendenti di energia per l’elettricità acquistata. Essi, a loro volta, non hanno saldato il debito con il loro fornitore di gas naturale, Public Gas Corporation (DEPA), che ora non ha i soldi per pagare Gazprom, ovvero il suo fornitore in Russia. Il pagamento è previsto per il 22 giugno. In caso contrario, verrano messi i sigilli ai rubinetti, e Depa non potrà ottenere il gas da fornire ai produttori indipendenti, i quali, a loro volta, dovranno mettere le centrali elettriche off line, eliminando circa un terzo della produzione di elettricità del paese.

In marzo, sono stati prelevati 66 miliardi di euro dalle banche spagnole e portati al di fuori del paese. Una fuga di capitali record, prima ancora che si conoscessero i risultati delle recenti elezioni in Grecia e Francia. Gli eventi in Grecia potrebbe innescare paura finanziaria in Spagna, Italia e in tutta la zona euro. La Svizzera sta minacciando di attuare i  controlli sui capitali, al fine di fermare il flusso enorme di denaro che arriva dalle banche di tutto il resto d’Europa.

L’estate del 2012 offre un eco inquietante del 2008. In Germania l’ex vice-cancelliere, Joschka Fischer, avverte che l’intera Unione europea potrebbe cadere a pezzi, vittima di questa crisi, innescando una devastante crisi economica globale. Quando è stata l’ultima volta che si è vissuto uno scenario economico così drammatico?  Forse, proprio nel 2008.

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