Home Economia Crisi: Il miraggio della fine. Stato in rosso senza lavoro

Crisi: Il miraggio della fine. Stato in rosso senza lavoro

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 Strani riflessi dell’economia. Il baco dei mutui subprime sta lentamente demolendo i conti pubblici degli Stati (e le tasche dei cittadini). Le buone notizie sul Pil di Germania e Francia diffuse il 13 agosto sono confortanti, la Francia con una crescita (minima) pari allo 0,3% è tecnicamente uscita dal periodo di recessione. Anche i tedeschi sono fiduciosi, l’indice Zew migliore delle attese, conferma la visione degli investitori. Ma è troppo presto per parlare di uscita dalla crisi.

Jean-Calude Trichet, presidente Bce, ha avvertito: “Siamo ancora in un periodo di contrazione economica”. Sano realismo. Non mancano, infatti, i motivi per dubitare di una ripresa tanto annunciata ma che tarda a farsi sentire.

I conti delle finanze inglesi sono penalizzati dalle nazionalizzazioni di banche come Royal bank of Scotland o il Gruppo Lloyds. Quest’ultimo, con in pancia la zavorra di Hsbc, è al 43% di proprietà della Corona. Per l’Inghilterra si prevedono mesi difficili. Gordon Brown, il primo ministro, dovrà cercare di appianare il debito e l’unico modo (doloroso) è aumentare la pressione fiscale, dicono gli analisti. E’ un passo che va fatto, ma la scelta è impopolare e le elezioni sono tra 10 mesi. E comunque lo sforzo sarebbe tutto sulle spalle del contribuente.

In questo incastro c’è spazio per sistemare il prossimo pericolo: il trio baltico Estonia, Lettonia, Lituania. Se dovessimo fare una media del Pil nei tre Paesi, il calo sarebbe di poco inferiore al 20%. A questo si aggiunge: peso del Fondo monetario internazionale che ha appena fornito un prestito da 7,5 mld alla Lettonia, che di conseguenza ha ridotto del 20% la spesa pubblica; Banche svedesi come Svedbank, Seb e Nordea sono sempre più esposte al debito Lituano; In Estonia la disoccupazione ha raggiunto livelli record: nell’ultimo anno è passata dal 4,6 al 17,7%.

Senza occupazione non c’è crescita”, aveva detto Obama. Se è così la ripresa non è altro che un miraggio. Nessuno ha ancora smentito, anzi ci sono state diverse conferme, che a fine anno il 10% degli americani sarà senza impiego.