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Ford preoccupata per lo yen debole

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 Alan Mulally, amministratore delegato del colosso automobilistico Ford Motor, è uscito allo scoperto e mostrato tutte le sue preoccupazioni valutarie. In effetti, il top manager dell’azienda di Dearborn si è detto in ansia per l’attuale deprezzamento dello yen giapponese, il quale sarebbe la causa di una più accentuata concorrenza da parte delle compagnie nipponiche (vedi anche Yen non neutrale secondo Nissan).

Come ha spiegato lo stesso Mulally, una cosa importante in cui credere è che i mercati siano lasciati liberi di determinare il valore di una determinata moneta. Lo yen ha ceduto ben quindici punti percentuali dallo scorso mese di novembre, cioè da quando il premier Shinzo Abe ha avviato una campagna volta a indebolire il valore di questa divisa, in modo da sostenere le esportazioni nazionali. Di conseguenza, i titoli azionari di società come Toyota, Nissan e Honda sono cresciuti a buon ritmo, un trend che non piace affatto alla multinazionale americana. D’altronde, Ford sta cercando di venire incontro alla domanda reale europea, nonostante la contrazione economica della regione. I licenziamenti nel Vecchio Continente sono purtroppo numerosi, mentre in Asia sono stati costruiti nuovi stabilimenti per compensare le perdite. I profitti vanno davvero bene soltanto nel Nord America.

Il mercato cinese, poi, viene considerato addirittura tremendo, con Ford tra i brand in maggiore crescita nella piazza che viene considerata la maggiore al mondo per quel che riguarda la vendita di autovetture. Il continente asiatico è destinato a generare circa il 40% delle vendite totali dell’azienda statunitense entro la fine del decennio, lasciando il resto a Europa e America, ma il problema dello yen dovrebbe essere risolto quanto prima secondo Mulally. Altre notizie pessime sono giunte infine dall’India, dove uno spot pubblicitario relativo alla Ford Figo ha creato un incidente diplomatico, visto che è stata scelta l’immagine dell’ex premier Silvio Berlusconi che rinchiude in un bagagliaio tre giovani ragazze.