La Germania non basta. Adesso è chiaro: il rallentamento dell’economia europea, e in particolare la frenata della Francia, non lasciano in pace i mercati. Va detto però che un sondaggio di Markit Economics apre uno spiraglio sulla solidità del settore privato. In base ai risultati definitivi dell’indice dei responsabili degli approvvigionamenti (Pmi) sull’area euro ad agosto a quota 56,1 punti, contro 56,7 punti del mese precedente con valori sopra la quota di 50 che indicano cioè un’attività economica in espansione. Da segnalare per questa settimana l’importante incontro dei dieci paesi dell’Asean che si terrà fino al 28 agosto a Danang (Vietnam). Ospiti i rappresentati di altre 8 economie: Cina, Korea, Giappone, Australia, Nuova Zeland, India, Ue e Russia. Sul forex intanto il dollaro australiano, usato come strumento di copertura, sta affondando a causa della prospettiva di un hung parliament (parlamento bloccato) dopo le elezioni, fotocopia di quanto accaduto nella “madrepatria” Inghilterra. Veniamo ai dati macroeconomici.
Martedì si parte con il Pil tedesco definitivo (+3,7 per cento a/a), gli ordini dell’industria in Europa e l’indice Redbook sulle vendite al dettaglio in Usa. Mercoledì terrà banco ancora Berlino con l’indice Ifo sulla fiducia degli imprenditori tedeschi, previsto in calo. Poi ondata di dati dagli Usa con richieste mutui e il consueto rapporto sulle scorte settimanali di petrolio. Giovedì toccherà alla Spagna scoprire le cate sul Pil (-1,3 per cento a/a). In giornata l’inflazione tedesca e le richieste di sussidi di disoccupazione in Usa (classico market mover negativo delle ultime settimane). Venerdì valanga di dati dal Giappone, tra cui disoccupazione e inflazione a luglio, Pil secondo trimestre per Gran Bretagna e Stati Uniti. In concomitanza con il discorso di Ben Bernanke (foto) al meeting annuale di Jackson Hole con economisti, politici, uomini della finanza statunitense.