Home Analisi Tecnica Franco svizzero, euro: ipotesi nuovo ancoraggio: cambio minimo a 1.25?

Franco svizzero, euro: ipotesi nuovo ancoraggio: cambio minimo a 1.25?

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 Il franco svizzero ha guadagnato il 31% contro l’euro durante lo scorso anno, riflettendo la preoccupazione degli investitori che la crisi della zona euro e le turbolenze dei mercati possano protrarsi, e continuare ad aggravarsi. La valuta svizzera è infatti tradizionalmente considerata un porto sicuro nel quale confluiscono enormi flussi di denaro, un bene rifugio per la ricchezza. La Banca Nazionale Svizzera si era detta pronta a comprare “quantità illimitate” di valuta estera per contenere l’apprezzamento del franco, e scongiurarne l’ enorme e pericolosa sopravvalutazione. Una valuta forte rappresenta una minaccia non solo alle esportazioni della Svizzera, che rappresentano circa la metà del prodotto interno lordo, ma anche  all’industria del turismo.

Dopo l’iniezione di liquidità sul mercato monetario e il tagliato degli oneri finanziari- azioni con cui sono stati portati i tassi di interesse vicino allo 0% – , la moneta ha continuato ad apprezzarsi, soffocando la crescita, le esportazioni e deteriorando l’economia della Svizzera, nel suo complessi, in modo sostanziale. L’ impennata del franco potrebbe spingere le aziende a spostare i siti di produzione all’estero, al fine di proteggere i guadagni ed evitare ripetuti shocks nelle oscillazioni dei cambi. Per molti esportatori diventerebbe impossibile rimanere competitivi.Alla luce della gravità della crisi, alla ricerca di misure – conformi con la stabilità a lungo termine dei prezzi – per scoraggiare gli investitori e rallentare la corsa al franco, la BNS ha deciso un ancoraggio della valuta all’ euro.

L’audace mossa si è tradotta in un target minimo di cambio della coppia Eur-Chf pari a 1.20. “Con effetto immediato, (la BNS) non tollererà più un cambio euro/franco sotto la soglia minima di 1.20 franchi. La BNS imporrà questo minimo con la più grande determinazione ed è pronta ad acquistare valuta estera in quantità illimitata”, queste erano state le parole della banca centrale in una nota. Immediatamente dopo l’annuncio della Banca il Franco Svizzero è precipitato (perdendo contro Euro), portandosi esattamente sopra tale soglia. Partita vinta? Non ancora. Il provvedimento adottato dalla Banca Centrale Svizzera lo scorso 6 settembre con l’obiettivo di contrastare gli effetti negativi dell’apprezzamento ma anche consentire la ripresa degli investimenti a lungo termine e contenere la fuga all’estero delle imprese, potrebbe non bastare.

Oggi sembra che la quota di 1.20 non possa rappresentare il target finale. La BNS potrebbe adottare ulteriori mosse, alla luce soprattutto dei recenti e poco incoraggianti dati macroeconomici, – diminuzione delle esportazioni dal mese di luglio, riduzione del surplus della bilancia commerciale, tra gli altri –   giustificabili con la forte rivalutazione del CHF, che anche dopo l’introduzione di un tasso di cambio minimo con l’euro (franco svizzero a 1,20 euro), risulta ancora molto elevata nei confronti di tutte le valute importanti. La segreteria di Stato dell’economia elvetica è stata costretta a rivedere al ribasso le previsioni di crescita per il 2011 (da +2,1% a +1,9%) e per il 2012 (da +1,5% a +0,9%), a causa della fase di debolezza congiunturale potrebbe causare anche un aumento della disoccupazione e della persistente forza del franco. Il deprezzamento di inizio settembre potrebbe dunque non bastare e un franco così forte non è certamente sostenibile. Nuovo allarme, nuovi rumors. In molti attendono già la prossima mossa della BNS: un livello di cambio minimo a 1.25.

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