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G20, i Sette nodi dei governi

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 Il Financial Times mette in ordine i problemi e le frizioni che stresseranno i nervi dei capi di stato e di governo al G20 di Seul l’11 e 12 novembre (giovedì e venerdì). Sembra utile riportare quanto scritto dal quotidiano britannico e rilanciato dall’agenzia stampa Ansa. Sette punti, sette motivi di scontro, sette problemi da sistemare (che domani troverete sui giornali).

1) PAESI IN SURPLUS VS PAESI IN DEFICIT: I paesi con ampi deficit commerciali e delle partite correnti premono affinche’ il G20 discuta degli squilibri globali, ma i paesi con ampi surplus sono scettici. L’America e la Cina sono al centro di questa disputa, accentuata dalla Germania che ha assunto toni piu’ critici di Pechino nei cofnronti della politica statunitense, respingendo l’ipotesi di fissare target numerici esatti epr deficit e surplus.

2) MANIPOLATORI VS MANIPOLATI: Gli Stati Uniti accusano la Cina di manipolare la propria valuta. La Cina accusa gli Usa di manipolare i mercati stampando moneta. Il resto del G20 e’ preoccupato della possibilita’ di finire sotto il fuoco incrociato di una guerra delle valute.

3) FAUTORI RISANAMENTO E SPENDACCIONI: Due anni fa gli Stati Uniti e la Gran Bretagna erano insieme per far fronte a paesi che premevano per una stretat delle spese e un risanamento dei conti. Ora anche la Gran Bretagna si e’ unita al coro di coloro che chiedono un risanamento, e gli Stati Uniti sono stati costretti a frenare la spesa. Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) sembra essere rimasta l’unica voce a chiedere una nuova ondata di stimoli all’economia.

4) DEMOCRAZIE VS AUTOCRAZIE: L’elenco dei paesi del G20 mostra come sia anomalo il sistema politico cinese. Delle 20 potenze sedute intorno al tavolo, solo la Cina e l’Arabia Saudita sono chiaramente due non democrazie. Per fortuna per la Cina, l’agenda del G20 e’ economica.

5) OCCIDENTE CONTRO IL RESTO: L’esistenza del G20 mostra un cambio dei poteri economici globali e include potenze emergenti che, una volta, sono state colonizzate o sconfitte dalle potenze occidentali. E questo significa che esiste una divisione all’interno del G20 da un punto di visto emotivo, di identita’ e di razza.

6) INTERVENTISTI VS SOSTENITORI SOVRANITA’ NAZIONALE: Il G20 si trova a fronteggiare un problema filosofico fondamentale: andare avanti tutti insieme o su base volontaria? Stati Uniti e Cina, paesi che tengono molto alla sovranità nazionale, per una volta sono dalla stessa parte.

7) GRANDI VS PICCOLI: C’è una grande divisione che non può essere espressa nel G20, ed e’ quella fra i 20 paesi che sono invitati a prendervi parte e i 170 che ne sono esclusi. la presenza di istituzioni come l’Onu e la Banca Mondiale punta a compensare parzialmente le nazioni non rappresentate al vertice, che comunque mettono in dubbio il fatto che il G20 possa essere lo ‘steering commitee (il comitato guida) del mondo’.

(Immagine: Photos of yuan and U.S. dollar banknotes are displayed at a money exchange in Hong Kong September 13, 2010. REUTERS/Bobby Yip)