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Grecia: dentro o fuori euro?

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 La sopravvivenza della Grecia nella zona euro dipende dalla capacità di Atene di attuare le difficile riforme economiche. Questo è il monito lanciato da Klaus Regling, capo del Fondo europeo di stabilità finanziaria (EFSF) che, riferendosi alla situazione del paese, ha altresì delineato uno scenario piuttosto desolante.Secondo il direttore dell’ EFSF, la situazione di bilancio della Grecia è peggiore di quella di Irlanda, Portogallo e Spagna. “In poche parole, si può dire che la Grecia ha un problema di solvibilità, mentre altri paesi hanno problemi di liquidità“, ha dichiarato nel corso di una conferenza presso l’Istituto di Studi Strategici e Internazionali di Singapore. Regling ha inoltre sottolineato il comportamento assunto dalla Grecia in occasione dell’ingresso del paese nell’unione monetaria, quando mentì sui suoi dati economici.

Regling ha insistito sul fatto che il futuro della Grecia all’interno dell’area dell’euro dipende dalla volontà del paese di attuare le misure di austerità imposte dalla troika (la squadra composta da BCE, UE e FMI) . “Nessuno vuole vedere la Grecia uscire dalla zona euro. Questa sarebbe la soluzione più costosa per la Grecia, ma anche per altri paesi”.

Insomma, tutto è nelle mani di Atene (in merito: crisi settembre zona euro), tutto dipende dall’azione del governo, che deve ora attuare quegli aggiustamenti di bilancio e quelle fondamentali riforme strutturali, accettati quale contropartita, in cambio degli aiuti finanziari al paese. “La Grecia deve onorare i suoi impegni”, ha avvertito il funzionario europeo.

Il primo ministro greco Antonis Samaras vuole ottenere una proroga di due anni per il raggiungimento dell’obiettivo di consolidamento fiscale: la Grecia deve infatti raccogliere 11,5 miliardi di euro, attraverso drastici tagli di bilancio e massicce riforme. La Germania ha ribadito che non prenderà alcuna decisione prima della pubblicazione del rapporto della troika dei creditori internazionali, prevista per settembre: una valutazione dei progressi compiuti dal paese, per cui è in gioco il pagamento di una tranche di ulteriori € 31,5 miliardi.

Da parte sua, Samaras spera che i recenti incontri con i leader di spicco dell’UE possano mettere a tacere le  critiche di cui la Grecia è stata recentemente fatta bersaglio. “Mi piace pensare che questi incontri ci hanno permesso di invertire lentamente il clima di sfiducia nei confronti della nostra nazione”, ha detto il primo ministro in un’intervista radiofonica.

Antonis Samaras ha incontrato il cancelliere tedesco Angela Merkel, il presidente François Hollande e il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker, nel tentativo di convincere i leader europei  circa la buona volontà, nonché capacità del governo ellenico, di onorare gli impegni assunti verso i creditori dell’Unione europea e del Fondo monetario internazionale e di scansare ogni voce circa una possibile uscita del paese dalla zona euro. Credibilità: questo è ciò di cui sembra aver maggiromente bisogno oggi la Grecia.