Home Economia L’indipendenza monetaria della Scozia fa ancora discutere

L’indipendenza monetaria della Scozia fa ancora discutere

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 Il Tesoro scozzese ha lanciato un attacco diretto ai piani di Alex Salmond per quel che riguarda l’indipendenza della nazione britannica: in effetti, c’è il timore che una soluzione del genere possa aprire la strada all’adesione all’euro oppure alla creazione di una nuova valuta nel caso non si riuscissero ad accettare i termini fissati per quel che riguarda la sterlina (vedi anche L’unione monetaria in caso di indipendenza della Scozia). Domani, lo stesso Tesoro interverrà per la prima volta in maniera formale in questo dibattito, segnalando quali sono le sue aspettative prima che si proceda all’unione monetaria citata in precedenza.

In caso di fallimento delle trattative, alla Scozia verranno ricordate le alternative percorribili, vale a dire l’utilizzo della sterlina senza alcuna unione, l’abbandono della divisa britannica senza alcuna influenza sulla politica della Banca d’Inghilterra, l’uso di una nuova moneta oppure l’annessione all’euro. Con i termini attuali, però, sembra proprio non ci sia spazio per un accordo e per garanzie ben precise. In base alle prime indiscrezioni, l’unione monetaria rappresenterebbe di fatto l’ufficialità di decisioni governative straniere per quel che riguarda l’economia scozzese, una grande contraddizione secondo tale punto di vista.

Questa analisi è stata però rispedita al mittente dal governo di Edimburgo, visto che lo stesso Salmond viene sostenuto nel suo progetto da importanti leader aziendali e da altri esperti economici, tanto è vero che l’unione viene definita come logica e desiderabile. I possibili vantaggi di una decisione monetaria del genere sono esemplificati dai miglioramenti commerciali per entrambi i paesi e una stabilità economica da non trascurare. La realtà degli ultimi tempi ha messo in luce come le performance della Scozia siano decisamente inferiori rispetto a quelle della Gran Bretagna, in primis in relazione agli investimenti interni, l’occupazione, la disoccupazione e la crescita. Il dossier di domani metterà in guardia gli elettori chiamati a decidere su questa indipendenza tanto discussa.