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Meeting FED, focus su lavoro e inflazione

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 I funzionari della Federal Reserve, preoccupati che una economia traballante e accesi dibattiti possano confondere i mercati, stanno valutando se adottare obiettivi economici più espliciti per chiarire la loro strategia, nel tentativo di ridurre la disoccupazione senza alimentare l’inflazione.

Il Presidente della Fed Ben Bernanke ha chiesto al presidente della Fed di Philadelphia, Charles Plosser, e al presidente della Fed di Chicago, Charles Evans, due avversari intellettuali, di lavorare con il Vice Presidente Janet Yellen su come la Fed possa spiegare meglio i suoi obiettivi economici al pubblico, addetti ai lavori e non.

Un tema all’ordine del giorno, secondo fonti vicine alla Fed, sarà spiegare nel dettaglio cosa cambierebbe in termini di disoccupazione e inflazione se per la Banca centrale si rendesse necessaria una deviazione dalla sua politica di bassi tassi. I funzionari della Fed sono inclini a considerare altri passi che potrebbero essere intrapresi per rilanciare, nel breve periodo, un’ economia già in difficoltà e  in fase di stagnazione.

Nell’incontro durante la due giorni verrà anche discussa la possibilità di modificare la composizione del portafoglio titoli della Fed, in modo che la Banca centrale possieda più debito a lungo termine. L’idea sarebbe quella di spingere verso il basso i tassi di interesse a lungo termine per stimolare l’aumento degli investimenti e della spesa (la cosiddetta Operation twist). La Fed potrebbe anche cercare di favorire prestiti riducendo il tasso di interesse dello 0,25% attualmente pagato alle banche private quando queste depositano denaro presso la banca centrale.

I mercati non sono gli unici a volgere particolare attenzione al meeting della Federal Reserve di questa settimana. Per la banca centrale stessa  la posta in gioco è molto alta. Tutto ciò che la Fed farà da qui a novembre 2012, ad un certo punto, sarà visualizzato attraverso un prisma politico. E questo aggiunge una ulteriore dimensione  alla due giorni di riunione in cui la Fed prenderà in esame mosse  per allentare ulteriormente la politica monetaria. In primis vi è una possibile “svolta” dei  1660 miliardi di dollari nel portafoglio titoli, che potrebbero essere convertiti in debiti a più lunga scadenza.

Il meeting si svolgerà in uno scenario economico incerto. Uno su tre, tra gli economisti intervistati dal Wall Street Journal, prevede la possibilità di una recessione entro i prossimi 12 mesi. Premesso ciò, ci si aspetta che il presidente Ben Bernanke penserà che, in ogni caso, fare qualcosa sia scelta migliore del non far niente, anche se potenziali mosse potrebbero avere un trascurabile impatto economico. In ogni caso ogni azione comporta una reazione, e implica un rischio. In primo luogo, c’è il rischio di conseguenze indesiderate, come ad esempio l’impennata dei prezzi delle materie prime probabilmente alimentata dal precedente quantitative easing. Questo potrebbe intaccare ulteriormente la credibilità della Fed e minacciare la sua indipendenza.

È vero, la banca centrale deve fare ciò che ritiene giusto e non deve essere influenzata da considerazioni politiche. Ma se i benefici di ulteriori azioni sono marginali, la Fed deve fare in modo che, affermando la sua indipendenza, non rischi di comprometterla allo stesso tempo.

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