Home Primo Piano Ocse critica paradisi fiscali

Ocse critica paradisi fiscali

0

 Su scala internazionale serve una iniziativa globale per frenare l’elusione “sistematica” fiscale praticata dalle società multinazionali che, sfruttando i buchi normativi, si mantengono nella piena legalità, riescono a ottenere livelli di tassazione di appena il 5 per cento, contro un peso fiscale fino al 30 per cento da parte di imprese di più piccole dimensioni. Una situazione cui l’Ocse vorrebbe porre rimedio, contrastando pertanto le cattive pratiche attuali.

In merito, l’Ocse sostiene che le pratiche adottate dalle multinazionali per ridurre la tassazione sono diventate più aggressive nel corso dell’ultimo decennio, visto e considerato che gli stratagemmi si sono moltiplicati, e le destinazioni si sono ampliate (vedi anche Previsioni Pil Italia 2013 – Ocse).

Nel 2010 ad esempio” – ricordava l’edizione online del quotidiano La Repubblica in proposito – “le Barbados, Bermuda e le Isole Vergini hanno ricevuto più Fdi (5,1% del totale mondiale) della Germania (4,7%) o del Giappone (3,7%) e durante lo stesso anno i tre paradisi caraibici hanno fatto più investimenti (4,54%) nel mondo della Germania (4,28%). In base allo studio dell’Ocse, le Isole Vergini risultano essere il secondo investitore mondiale (14%) in Cina, dopo Hong Kong (45%) e nettamente davanti agli Usa (4%), mentre le mauritius sono al top come investitore in India (24%) e Cipro non ha rivali negli investimenti in Russia (28%)”.

Le strategie attuate dalle multinazionali – commentava il direttore generale Ocse Angel Gurria – sono “tecnicamente legali, che tuttavia erodono la base di tassazione in molti paesi e minano la stabilità del sistema fiscale internazionale (…) Nel momento in cui governi e cittadini stanno sforzandosi per far quadrare il bilancio, è importante che tutti i contribuenti, sia i privati cittadini sia le società, paghino il giusto ammontare di tasse e abbiano fiducia in un sistema internazionale trasparente” (vedi anche Giudizi Ocse su banche Francia e Germania).

Nei prossimi mesi sono pertanto attesi nuovi approfondimenti dell’Ocse per quantificare l’importo di quanto sottratto al fisco nazionale.