Home Economia Spending review: nuove misure di austerità per l’Italia?

Spending review: nuove misure di austerità per l’Italia?

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 Il documento sullo spending review è al vaglio del Consiglio dei Ministri in queste ore e rispetto alla versione presentata ieri alla stampa ci sono dei cambiamenti sostanziali. Nella giornata incerta di oggi con il FTSE-Mib che si guadagna la maglia nera tra le Piazze Europee, la “mazzata finale” arriva direttamente dal Governo che annuncia in pratica nuove misure di austerità con il documento presentato ieri.

Dalla bozza diffusa ieri cambiano pochi punti, ma all’atto pratico la differenza è sostanziale; scatta l’aumento dell’iva nel 2013, che invece sembrava esser stato cancellato in via definitiva e le regioni protestano; salvi ospedali sotto 80 posti letto ma i servizi sono a rischio.

Il taglio delle province che preoccupava le amministrazioni locali è stato annullato, ma potrebbe essere solo un “arrivederci”; sembra che già in Agosto potrebbe essere riproposto l’accorpamento delle province che non rientrano in certi parametri sotto i capoluoghi che invece hanno tutte le caratteristiche in regola per confermarsi nel tempo.

Viene cancellato il taglio di 10 milioni previsto per il fondo delle vittime dell’uranio impoverito così come viene annullato il taglio di 100 milioni di euro tra il 2012 ed il 2013 per gli armamenti.

Stretta poi sul personale degli enti locali; entro il 2012 il numero degli impiegati verrà valutato in base al numero di abitanti.

Le misure dello spending review, sono in sostanza le misure di austerità previste dallo Stato italiano per far fronte alla crisi; anche se vengono chiamate con un altro nome, i punti contenuti nel documento riassumono la stretta del Governo per far fronte al periodo di crisi attuale. Il paragone con la Spagna, la Grecia ed il Portogallo in questo senso è valido, anche se in fin dei conti l’Italia non ha problemi grandi come gli altri Paesi indicati e per quanto la stretta sui conti pubblici potrebbe sembrare drastica non ha nulla a che vedere con le misure prese dagli altri Paesi membri dell’Euro.