La Bielorussia cerca disperatamente l’aiuto del Fondo monetario internazionale pur di non rientrare nell’orbita di Mosca. L’arroccato governo di Alexander Lukashenko (in carica dal 1994) ha chiesto aiuto al Fondo un prestito di stabilizzazione, senza però dichiarare la somma necessaria. Inizialmente Minsk si era rivolta a Mosca per chiedere sostegno finanziario con il rischio che i russi facessero acquisizioni mirate rivolte alle aziende più promettenti del paese. A scaldare gli animi già tesi è arrivata la dichiarazione di Lukashenko di voler chiudere i media russi presenti nel paese perché troppo severi (e allarmisti) riguardo alla crisi economica bielorussa che ha portato, come effetto collaterale (questa l’accusa), alla svalutazione del rublo e all’assalto dei supermercati da parte dei cittadini nel timore di una imminente carestia. La richiesta di aiuti al Fondo è stata inviata ieri sera. Il 14 giugno l’inviato del Fmi a Minsk concluderà l’ispezione con le relative valutazioni per il prestito.
