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Cosa accadrà alla Grecia nelle prossime elezioni?

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 Le elezioni greche si stanno rapidamente avvicinando. Il 17 giugno, dopo la fallimentare prima tornata, che ha creato l’impossibilità di generare una maggioranza di governo, i cittadini greci sono chiamati nuovamente alle urne per indicare le proprie preferenze. Un evento che tutto il mondo seguirà con trepidazione, poiché dai risultati elettorali potrebbe dipendere il futuro di Atene, dell’euro, e delle speranze di crescita economica globale.

Ma cosa accadrà alla Grecia nelle prossime elezioni? Quali saranno le conseguenze prevedibili, o meno? Per rispondere, non possiamo che produrre un piccolo passo indietro, nelle ore successive alla prima tornata elettorale del 6 maggio. All’epoca, l’indice di riferimento azionario in Grecia perse grave terreno, approfondendo poi la propria debolezza nelle giornate successive. Oggi, mediamente, la Borsa di Atene sta perdendo il 27% del proprio valore complessivo rispetto al riferimento post 6 maggio.

Un calo particolarmente significativo, di quasi quattro volte superiore alla media delle perdite dello Stoxx Europe 600, che dai primi di maggio ad oggi ha ceduto circa 7 punti percentuali.

Ma è possibile che lo stesso scenario possa ripetersi nuovamente anche dopo il 17 giugno? La risposta potrebbe essere positiva: la Costituzione del Paese prevede infatti che se non può essere ordinariamente formata la coalizione di governo, il presidente deve cercare di realizzare un governo di utilità nazionale. Se non riesce – come accaduto dopo le elezioni del 6 maggio – deve provvedere a indire nuove elezioni. Un contesto che potrebbe replicarsi anche entro la fine del mese, generando nuove instabilità politiche.

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Se lo scenario sopra dipinto dovesse realmente manifestarsi, l’euro potrebbe andare in contro a una nuova fase di debolezza straordinariamente incidente: a quel punto, la Banca centrale europea e le altre istituzioni comunitarie dovranno rompere definitivamente gli indugi, prendendo iniziative eccezionali per arginare il fiume che sta conducendo l’eurozona a un terminale crollo.

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