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Dati disoccupazione – BCE

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 La Banca Centrale Europea rinnova l’allerta disoccupazione. Stando all’istituto banchiere centrale, il tasso di disoccupazione nell’area euro sarebbe troppo elevato, con particolare focalizzazione per quella giovanile. Di conseguenza, l’istituto di Mario Draghi ha sollecitato i governi a promuovere riforme del mercato del lavoro al fine di contenere il fenomeno. Stando ai dati diffusi poche ore fa dall’ufficio di statistica europeo Eurostat, l’occupazione nell’eurozona sarebbe scesa ai livelli più bassi dal 2005.

Per quanto concerne il più generale andamento macroeconomico, nel suo bollettino la Bce fa riferimento a uno studio condotto dai suoi economisti e che esamina un periodo a partire dal 1970. “Oltre a una soglia del 90-100% del prodotto interno lordo” – commentava in proposito il quotidiano Il Sole 24 Ore – “il debito pubblico ha in media un effetto negativo sulla crescita di lungo periodo, sostiene la Bce. Esaminando gli ultimi due decenni, i suoi economisti osservano che rimanendo attorno ai livelli prescritti dai criteri di Maastricht (60% del pil), non ci sono conseguenze negative per la crescita nel breve periodo, mentre oltre certi livelli (sopra il 95%), il debito addizionale ha ripercussioni negative significative” (qui il nostro recente approfondimento sulla revisione delle stime di crescita da parte di Morgan Stanley).

Attualmente, la media dell’area euro è intorno al 90 per cento, con opportune distinzioni interne. La Francia, ad esempio, si aggira attorno a tale soglia. La Germania rimane sopra all’80 per cento, mentre l’Italia sfiora il 130 per cento. “Se i Governi sceglieranno di rinviare l’aggiustamento fiscale” – afferma la Bce nel suo bollettino – “questo daneggerà le prospettive di crescita e creerà ulteriori difficolà per la sostenibilità dei bilanci”.

Tornando al tema del lavoro, dal bollettino emerge in modo chiaro quale sia la preoccupazione della Bce per la disoccupazione in aumento. La Bce ricorda che la disoccupazione è oggi all’11,9 per cento nell’area euro, ed è 2 punti percentuali maggiore di quella dell’aprile 2011, quando ha iniziato, inesorabilmente, a salire. “Le deboli aspettative congiunturali emerse dai sondaggi fra le imprese suggeriscono un ulteriore aumento della disoccupazione nei prossimi mesi” – affermava ancora l’istituto banchiere, preannunciando di fatto un 2013 di grandi difficoltà.