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Effetti legge di stabilità

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 Quali saranno gli effetti dell’arrivo della legge di stabilità, una sorta di nuova manovra lanciata dal governo Monti per puntellare ulteriormente il bilancio statale? A dircelo sono i puntualissimi e precisissimi calcoli effettuati dalla Cgia di Mestre, secondo cui il contenuto della legge di stabilità si tradurrà in conseguenze molto gravi per le famiglie e per le imprese italiane, che dovranno sopportare una stangata da circa 2,5 miliardi di euro, come frutto della riduzione dell’Irpef controbilanciata dall’incremento dell’imposta sul valore aggiunto, dal taglio delle deduzioni e dalla contrazione delle detrazioni fiscali.

“Se teniamo conto che dall’inizio della crisi i senza lavoro sono aumentati di oltre 1 milione e 200mila persone” – esordiscono le considerazioni effettuate dalla Cgia di Mestre – “i consumi reali delle famiglie sono scesi del 4,5%, i prezzi e le tariffe sono in costante crescita, con questa ulteriore stangata difficilmente il Paese reale riuscirà a trovare le risorse per rilanciare la domanda interna e quindi l`economia del Paese”.

Non solo. Il quotidiano Libero ricorda come “l’associazione degli artigiani spiega che il carico fiscale si farà sentire nel 2014, ma il vantaggio che le misure porteranno alle famiglie nel 2013 è misero: il saldo sarà negativo e pari a 800 milioni di euro, e l’aggravio sarà dovuto principalmente all’aumento dell’Iva, che scatterà il 1° luglio del 2013. Secondo la Cgia di Mestre, infine, una volta che la legge di stabilità sarà a regime le tipologie familiari più penalizzate saranno soprattutto “gli 8 milioni di incapienti che rientrando nell’area di esenzione fiscale non godranno dei vantaggi economici legati dalla riduzione dell’Irpef e, in secondo luogo, i nuclei familiari con redditi superiori ai 50-60 mila euro”.

Insomma, conseguenze evidentemente gravi per vaste fasce di popolazione italiana, ancora alle prese con nuove difficoltà di quadratura del cerchio finanziario ed economico. Come avevamo anticipato pochi giorni fa, in Italia si confermano inoltre i tassi più alti dell’intera Eurozona